Attaccamento Insicuro-Ambivalente (Tipo C)
di Antonio Sammartino
15/04/2015
Il bambino non è sicuro di ricevere comprensione e protezione dai genitori.
I bambini con Attaccamento Insicuro-Ambivalente (o Ansioso-Ambivalente o Ansioso-Resistente o Amore Nevrotico Ossessivo) hanno percepito un Caregiver imprevedibile alle loro richieste. Generalmente risponde con comportamenti esageratamente affettuosi e intrusivi oppure ostili e rifiutanti, quasi sempre scollegati a livello emotivo dalle esigenze del figlio. In questi casi il bambino acquisisce il modello di una figura di attaccamento la cui vicinanza è imprevedibile e inaffidabile, spesso usa la minaccia dell’abbandono come mezzo coercitivo, per cui il bambino dubita che sia disponibile a rispondere alle sue richiesta d’aiuto, quindi tenta di mantenere un contatto strettissimo che può garantirsi solo mediante continue pressioni e una esagerata manifestazione dei suoi bisogni, quindi la sua ansia e rabbia gli sembrano essere le uniche manifestazioni che gli garantiscono la vicinanza del Caregiver.
I tratti che maggiormente caratterizzano questo stile sono insicurezza e ansia nell’esplorazione del mondo, convinzione di non essere amabile, incapacità di sopportare distacchi prolungati, ansia di abbandono e angoscia da separazione, sfiducia nelle sue capacità e fiducia in quelle degli altri (“Sé” negativo e inaffidabile, “Altro” positivo e affidabile).
In questo tipo di attaccamento il Caregiver è meno responsivo al pianto del bambino, rispetto a quelle dell’attaccamento sicuro, per cui il bambino acquisisce il convincimento di aver un minor controllo su ciò che gli accade, per cui manifesta maggior ansia al verificarsi della separazione, in quanto non ha aspettative fiduciose sull’accessibilità al Caregiver.
Per contrastare l’imprevedibilità, il bambino attribuisce a Sé il merito o la colpa nel conquistare o perdere la vicinanza del Caregiver, perché si è convinto che l’esito del rapporto dipende solo da lui. La sua amabilità diventa rilevante, perché è da questa che dipende l'esito del rapporto. Il tentativo di mantenere la vicinanza fisica non è determinato dal sentimento di amore, ma dalla paura dell’abbandono. Accumula molta rabbia nei confronti del Caregiver, giungendo nei casi più estremi fino ad aggredirla. In questi casi il vissuto emotivo prevalente è la colpa. Una figura di attaccamento indisponibile, rifiutante ed ostile, ma a volte anche responsiva. Il bambino crede di poterla conquistare mediante l’espressione di emozioni negative. Quindi è convinto che l'amore dell'altro deve essere meritato attraverso le sue prestazioni, che non sempre raggiungono l'obiettivo, per cui “l'altro” diventa sia premio che giudice. Conseguenza di ciò è che la sua amabilità resta irrisolta e sviluppa uno stile che lo spinge verso una vicinanza morbosa al fine di poter controllare l'altro e diminuire la sua imprevedibilità. Tuttavia quando raggiunge l'intimità scappa per paura che l'altro possa scoprire le sue caratteristiche negative e lo abbandoni.
E’ spesso angosciato, agitato o passivo, per cui non riesce a coinvolgersi nell’esplorazione dell’ambiente per non rischiare di perdere la vicinanza della figura di accudimento, non esplora se stesso per il timore di incorrere in prove che potrebbero confermare la sua presunta scarsa capacità. Conseguenza di ciò è che il bambino è totalmente dipendente dalla figura di attaccamento e quindi tende a ridurre l’esplorazione e a contenere le esperienze.
In questo tipo di attaccamento i bambini manifestano la resistenza al distacco e l’ambivalenza affettiva al ripristino del contatto. Ciò significa che si verifica contemporaneamente sia l’evitamento che il desiderio del contatto fisico.
Nel sottotipo C1 i bambini al ricongiungimento vanno incontro al Caregiver, mentre nel sottotipo C2 piangono con rabbia, tendono le braccia manifestando il desiderio del contatto, ma restano nella posizione in cui erano e quando vengono presi in braccio tendono ad allontanarsi sporgendosi all’indietro. Se il Caregiver, nell’interpretare il loro comportamento come un capriccio cercano di metterli giù, manifestano di nuovo il desiderio di essere tenuti in braccio. Questo comportamento può ripetersi più volte, prima che il bambino si calmi. La ripresa del comportamento esplorativo richiede un tempo maggiore.
Crescendo, questi bambini tenderanno a stabilire relazioni improntate sull’idealizzazione dell’altro e sulla svalutazione di sé, con comportamenti spesso impulsivi, caratterizzati da profonda gelosia, ossessione e possessività.
Sceglieranno quindi un partner che è disponibile ad essergli sempre vicino, al fine di fornirgli attenzioni e rassicurazioni, per cui generalmente saranno attratti da chi tende a isolarsi o ad avere difficoltà nel creare rapporti con gli altri. Sono persone portate a segregare e a ostacolare, anche con l’aggressività, qualsiasi tentativo del partner di stabilire un rapporto con gli altri.
Hanno difficoltà nel costruire un legame sentimentale romantico ed affettivo, perché motivati dal desiderio di salvare o completare il loro partner. Avvertono un grande bisogno affettivo, ma sono incapaci di amare. Anche se sono alla ricerca di sicurezza e protezione, adottano comportamenti che tendono ad allontanare il partner e ciò intensifica le loro paure.
Quando si sentono insicuri dei sentimenti del partner o non soddisfatti del rapporto, diventano appiccicosi, esigenti e possessivi ed interpretano i comportamenti dell’altro come conferma delle loro paure. Se il loro partner socializza troppo con gli altri, credono di non essere più amati, per cui iniziano a temere l’abbandono, che conferma le loro paure e rafforza le motivazioni che gli suggerivano di non fidarsi degli altri.
L’ambivalenza in queste persone si caratterizza con alti e bassi emotivi, con atteggiamenti ossessivi e una esagerata gelosia nei confronti del partner, in quanto temono di non essere amati abbastanza. Quindi cercheranno di fondersi nell’altro, avanzando molte richieste, mostrando molti bisogni, ma con scarsa propensione a fornire attenzioni se non con una modalità esclusivistica e iperprotettiva che mira a creare profondi legami di dipendenza oppure, nei casi opposti, potrebbe manifestare una totale assenza di cure, che riversa invece totalmente sui figli, al fine di crearsi una sicurezza relazionale-affettiva alternativa. Il fine di questi comportamenti è di evitare qualsiasi tipo di separazione, tuttavia l’altro di fronte ad un attaccamento così morboso o di assenza di attenzioni potrebbe reagire allontanandosi (il tradimento diventa salvifico) o ponendo fine alla relazione.
Nella relazione di coppia, non hanno fiducia nell’affidabilità del partner e temono costantemente che questi non siano disponibili a soddisfare le loro richieste affettive, ciò determina l’emergere di uno stile D’Amore Nevrotico, che si accompagna ad un Iper-coinvolgimento ossessivo, fortemente caratterizzato da ansia e idealizzazione del partner. Ciò li spinge ad adottare comportamenti pressanti oppure respingenti, in quest’ultimo caso specialmente quando è il partner a manifestare un bisogno di attenzione.
Se nell’Amore Nevrotico è presente anche un’accentuata componente Ossessiva, queste persone potrebbero manifestare una forte passionalità, motivata dalla loro convinzione di aver trovato il partner ideale, mentre nella realtà l’altro paradossalmente ha tratti caratteriali che detestano. Per queste persone è facile innamorarsi, ma sono convinti che è quasi impossibile trovare il Vero Amore. Hanno una profonda paura di amare, in quanto temono di non essere amati come desidererebbero, per cui esprimono la loro insicurezza mediante un sentimento ossessivo dell’altro, caratterizzato da una gelosia estrema, con un coinvolgimento affettivo senza riserve e con una forte idealizzazione del partner e dell’amore. Temono la solitudine, perché non hanno imparato a stare da soli e quindi a contare su se stessi. Per evitare l’ansia causata da un’eventuale perdita, rimangono in uno stato paragonabile a un perenne innamoramento, basato sulla paura di perdere il partner di cui sono molto gelosi, ciò determina una forte dipendenza d’amore, che li obbliga a vivere in un perenne stato emotivo estremo. Tuttavia, poiché caratterizzati da un modello negativo del sé e credono di non essere degni d’amore, si lasciano facilmente travolgere dalla gelosia, dall’ossessione e dalla possessività, che potrebbe spingerli a gesti estremi, quale ad esempio il delitto passionale (femminicidio) o a comportamenti di stalking.
I bambini con attaccamento Ansioso-Resistente, durante la fase di separazione dalla madre manifestano forte stress, mentre durante il ricongiungimento manifestano il desiderio del contatto fisico e la loro ambivalenza affettiva. I bambini classificati nel sottotipo C1 si mostrano più attivi e vanno incontro al genitore, mentre quelli C2 si mostrano più passivi, si limitano a piangere, ma mediante il posizionano delle braccia manifestano il loro desiderio di essere presi, anche se restano immobili nella loro posizione. Tuttavia, in entrambi i sottotipi i bambini tendono a svincolarsi, allontanandosi col corpo dal genitore, sporgendosi all'indietro, mentre il loro pianto è caratterizzato dalla rabbia. Se il genitore, nell’interpretare questo pianto come una protesta, cerca di metterli giù, manifestano attraverso la disperazione, il desiderio di essere tenuti in braccio. Questa sequenza di comportamenti generalmente si ripete più volte, fino a quando il bambino non si calma.
Le madri dei bambini di tipo C sono meno responsive al pianto rispetto a quelle del tipo B, mentre non sono rifiutanti come quelle del tipo A. In particolare non mostrano avversione per uno stretto contatto fisico con il loro bambino e non sono compulsive e avare nell’espressione delle emozioni, come lo sono quelle di tipo A.
I bambini di tipo C sono ansiosi nel loro attaccamento alla madre e piangono di più rispetto ai bambini di tipo B, mentre manifestano un’ansia maggiore alla separazione e sembrano non avere fiducia nell’accessibilità e responsività della madre.
Le madri dei bambini di tipo C sono meno regolari nell’accudire i figli, rispetto a quelle di tipo B.