La Rabbia nei Bambini
di Antonio Sammartino
12/12/2019
Per un bambino è più facile accettare una punizione piuttosto che essere ignorato.
Dare un senso alla rabbia, significa riuscire a recuperare le emozioni che la rendono possibile. Recuperare le emozioni significa dare un senso alla propria storia. Occorre osservare i bambini con umiltà senza pretendere di voler avere sempre ragione, credendo di conoscere già, incolparli ingiustamente, interromperli continuamente mentre parlano, ma soprattutto non bisogna mai dubitare delle loro capacità, se si desidera capire chi sono e cosa succede loro.
Un genitore dovrebbe saper ascoltare i figli quando parlano, aiutarli a trovare le parole giuste, per consentire loro di poter esprimere, in una forma adeguata, sensazioni ed emozioni.
Il timore di essere abbandonato è ciò che maggiormente terrorizza un bambino, trasforma la sua rabbia in sfida, lo rende aggressivo, violento, disubbidiente, ecc.. Spesso la paura del distacco dal genitore non viene compresa e gestita nel modo adeguato. Il bambino può riacquistare la serenità solo se si convince che non sarà abbandonato.
Secondo Bowlby allevare i bambini non è compito da assegnare ad una sola persona (generalmente la madre), abbandonandola in situazioni emotivamente di grande fatica. È da questa condizione che nasce la patologia infantile, mentre occorrerebbe che vi fosse una maggiore solidarietà sociale e psicologica intorno alla famiglia, una educazione ad essere genitori. I pensieri quando si traducono in azioni determinano i comportamenti. Se i comportamenti si trasformano in abitudini, creano un destino.
Per un bambino, ritirarsi in un luogo piccolo, lo fa sentire al sicuro e coccolato, se il luogo è dotato di una facile uscita, gli dona la necessaria sicurezza per far emergere i sentimenti repressi. I bambini hanno bisogno di tempo e spazio, lontano dagli sguardi degli adulti, per poter liberare i processi immaginativi e vivere il senso dell’indipendenza.
In una prima fase, i bambini credono di essere i principali responsabili dei comportamenti dei genitori, si sentono in colpa se percepiscono che i genitori sono infelici, tuttavia successivamente potrebbero assumere, nei loro confronti, un atteggiamento aggressivo e di rabbia perché lo hanno fatto sentire in colpa.
I bambini, al fine di proteggere il rapporto con un genitore, possono inconsapevolmente alterare la realtà dei fatti.
La qualità delle cure genitoriali determina la base del benessere emotivo dei figli.
L’individuo, nel valutare la realtà, considera sia i suoi pensieri sia le sue reazioni affettive, che si basano soprattutto su deduzioni inconsce. Solo acquisendo la consapevolezza sulle proprie reazioni affettive rimosse che è possibile comprendere la vera natura del proprio comportamento. Ad esempio, un individuo, acquisendo la consapevolezza della propria rabbia nei confronti dei genitori, potrebbe scoprire quanto sia stato insoddisfacente, quando era bambino, il suo rapporto con i genitori.
La sua inadeguatezza potrebbe essere stata indotta, per esempio, dalle continue derisioni della madre che, in diverse situazioni lo umiliava e dal comportamento di totale indifferenza del padre, che con il suo atteggiamento, inconsapevolmente gli manifestava, una velata forma di rifiuto, sufficiente ad alimentare nel figlio la convinzione di non avere la capacità a suscitare l’interesse degli altri. Da qui la sua inadeguatezza.
In generale i bambini, nel tentativo di mantenere un legame con i genitori, si adeguano alle loro aspettative. Inoltre sono convinti che i genitori lo trattano nel modo in cui merita di essere trattato. Ad esempio, se un genitore lo rifiuta, il bambino potrebbe credere di meritarlo e convincersi di essere incapace di farsi amare anche dagli altri. Questa errata convinzione potrebbe compromettere, nella vita adulta, la sua capacità a vivere gli affetti.
Un attaccamento sicuro di un bambino con le sue principali figure di accudimento, lo stimola a cercare un costante contatto con il suo mondo interiore, impedendo alla mente di produrre memorie disturbanti, mentre un attaccamento insicuro o ambiguo altera e complica il suo rapporto con le emozioni, che si traduce in una forma di incapacità, in età adulta, nella regolazione dell’umore e della tonalità affettiva.
Durante l’infanzia, i modelli relazionali ed affettivi, plasmano il cervello, creando circuiti neuronali che saranno riproposti nell’età adulta.
Se un genitore è affettuoso ed affidabile verso i figli è molto probabile che questi sviluppino una inclinazione verso quel tipo di relazione, mentre se si disinteressa del figlio ed assume nei suoi confronti, un comportamento ostile, ambiguo o inaffidabile, il bambino da adulto potrebbe ricercare partner che presentano analoghe tendenze.