Cicatrici adesso
di Antonio Sammartino
Sono al telefono, ascolto... lei mi parla. Quella sera non cerca parole, perché vi sono istanti in cui le parole degli altri feriscono il silenzio e non donano conforto al dolore, perché è sordo ed ascolta solo se stesso. La notte è l’istante di maggior solitudine per lei. È l’istante in cui maggiormente avverte il bisogno di raccontarsi… ed io l’ascolto in silenzio, solo un labile sussurro per dirle, che in quel luogo remoto in cui domina la tenebra, oltre il dolore, esiste qualcuno che in silenzio dice: IO SONO CON TE.
Lei vuole parlare, perché è quel suo parlare che riempie il vuoto che l’avvolge. Poi giunge il silenzio. Si sta tagliando… e io sono lì ad ascoltare il silenzio del suo dolore. È l’istante in cui le parole non servono, solo la comprensione è ciò che lei cerca e in silenzio attendo che ritorni il suono della sua voce… e tutto cambia intorno a lei. La luce ritorna nella sua buia esistenza anche se è tinta di rosso.
Un dannato segreto scolpisce il corpo
e mi divora ad in ogni istante,
tutto sembra tranquillo, gli altri dormono
e nessuno legge la mia sofferenza.
Cazzo! Guardatemi, io esisto, sto male,
sto soffrendo, ma nessuno se ne accorge,
il dolore dentro cresce
e mi rinchiude in un mondo di tristezza,
solitudine e incomprensione,
serve un taglio, cicatrici e sangue
perché la mente urla tagliati, tagliati, tagliati.
Mi senti strana, diversa, sbagliata
e mentre gli altri piangono lacrime
io devo far scorrere sangue
per dare un senso alla sofferenza,
per tirar fuori dolore, vergogna e paura
e mentre le cicatrici si chiudono
per un attimo illudo ciò che mi fa soffrire.
Mi taglio perché accade qualcosa che ferisce,
mi taglio perché è l’unico modo che ho per vivere
mi taglio perché ho paura della mia mente
e poi… ho paura di non riuscire a fermarmi
ed ho paura, paura, paura
e mentre la lama scorre sulla pelle
mi sento invincibile, finalmente libera
perché i tagli riempiono un vuoto,
mi distoglie da ciò che porto dentro
e da quel passato che ha minato le mie certezze.
Vorrei essere invisibile nella camera buia,
dove le notti si tingono di rosso.
E’ dolce, meraviglioso, una liberazione
vedere il sangue che scorre sulla pelle,
mi sento libera, leggera, non ho più rabbia
e tutto ritorna ad avere un senso,
chiudo gli occhi e ritorna la realtà,
mentre oscillo tra il desiderio di farlo
e il bisogno di fermarmi e poi…
giunge la sensazione di sentirmi libera.
Non mi taglio per essere una "diva"
a volte lo faccio per punirmi
a volte perché non avverto più il corpo
e quel dolore fisico è necessario alla mente
per sentire il corpo vivere
e sopprimere ciò che è dentro i pensieri.
La gente dovrebbe capire gli altri
non ferirli dentro, distruggere sentimenti,
ma ancora una volta ho pianto
insieme ai miei incubi,
non erano lacrime ed ho gridato… I’M FINE