Mi Taglio per Vivere
di Antonio Sammartino
Giocavo, ridevo, poi…
a letto con gli occhi chiusi
e nel dormiveglia sono arrivati loro,
i pensieri che mi angosciano
e mi rendono nervosa ed ansiosa.
Sentivo all’improvviso,
senza una reale ragione,
che potevo esplodere dalla pelle,
dovevo assolutamente provare
un dolore fisico paragonabile
a quello interiore…
ed inizio a tagliarmi
e taglio su taglio mi procuro dolore,
un dolore sempre più forte
un dolore sempre più dolore
che ormai non mi spaventa,
perché non l’averto quasi più
e mentre il dolore nel corpo
allontana l’angoscia
lentamente riacquisto la calma.
Ora non ho più paura
dei pensieri, perché parlarne?
Forse è il desiderio
di dare voce e volto
alla sofferenza nella mente
che mi spinge a tagliarmi,
perché l’angoscia che mi assale
deve distruggere pensieri e parole
per donarmi istanti di illusione,
per consentire alla mente
di ritrovare il suo corpo
ormai sempre più estraneo.
La sfiga è nell’effetto serenità
che è di breve durata,
perché ho sempre bisogno
di punirmi per non essere amabile,
perché dico sempre a me stessa
di valere quasi nulla
e alimento la mia negatività
che aggredisce il corpo
mi infligge dolore
e quel senso della vergogna
che mi impedisce di gridare
La più grande angoscia
è che gli altri possano scoprire
ciò che cerco di nascondere.
Mi terrorizzano le parole
quando mi dicono ti amo,
perché mai ho visto l’amore
prendermi per mano.
Odio i silenzi,
mi angosciano i ritardi,
detesto le attese,
ma poi sono sempre in attesa di…
rubatemi i pensieri,
cancellate la mia mente
lasciate solo cicatrici e ferite.
Nessuno mi vede, sono sola
sono sempre più sola
sola nella mia solitudine.