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Library: Personalità tra Normalità e Patologia

Narcisismo e Dipendenza Affettia
di Antonio Sammartino    03/05/2020

Può sembrare un assurdo, ma ciò che determina l’esistenza del narcisista è la vittima stessa e viceversa. Per il narcisista l’oggetto del suo amore non è il prossimo, ma l’Io. E’ una persona nevrotica con empatia ZERO.

Secondo Stern, l’empatia è parte del corredo genetico della specie, quindi non si determina in base ad uno sforzo intellettuale. A livello neurobiologico l’empatia è una competenza che emerge dall’attività dei Neuroni Specchio ed è strettamente collegata all’esperienza soggettiva ed è generalmente assente nelle persone che hanno subito traumi precoci o che hanno sviluppato un disturbo della personalità.

Tutto ciò che il narcisista manifesta e dice non corrisponde al vero. Il narcisista è un maestro di ILLUSIONI che vive in una realtà immaginaria che gli fa ritenere, di essere onnipotente, il migliore, ma dietro a questa immagine distorta di se stesso vi è il suo trauma che non affronterà mai, perché fonte d’intenso dolore ed è ciò che l’ha reso narcisista. E' forte il suo bisogno di continuare a nutrirla, poiché è immaginaria, non è in grado di associarla alla sua reale fonte. 
Il narcisista non sceglie mai la sua preda a caso. La vittima deve possedere una buona predisposizione all’autosacrificio e nel relazionarsi con gli altri, deve anteporli a se stessa. Deve essere empatica e dotata di grande sensibilità, ma con bassa autostima, perché più facilmente manipolabile. 
Il problema per il narcisista non è quello di non voler imparare ad amare, ma non è mai soddisfatto dell’amore che riceve, mentre per la vittima è forte il bisogno di dare amore per sentirsi importante e amata. Il narcisista è vittima di trascuratezza emotiva-affettiva e di una forte non-comprensione dei suoi bisogni da parte delle sue principali figure di attaccamento infantile. L’emozione prevalente nel narcisista è la rabbia, cioè una reazione attiva alla ferita infantile ricevuta, mentre nella vittima è la paura ed è abituata agli atteggiamenti di controllo, cioè ad una reazione passiva che instaura la dipendenza, in quanto la relazione narcisistica è ciò che nutre la ferita interiore della bambina (o bambino) non amata. La ferita che entrambi hanno ricevuto determina un meccanismo di compensazione. Ciò che li lega, sono gli opposti bisogni, fino a quando per qualche motivo non si rompe l’incantesimo. 
Il comportamento del narcisista ruota intorno a tre distinte fasi che non si evolvono necessariamente in sequenza, la cui durata non è predefinibile e possono essere attuate più volte durante la relazione narcisistica. Le tre fasi sono: Idealizzazione, Svalutazione e Scarto. Quest’ultimo può essere Indotto o Agito. 
Con lo SCARTO INDOTTO si comporta in modo da costringere la sua vittima a lasciarlo, mediante silenzi e freddezza, mostra quasi apertamente i tradimenti, si nega anche sessualmente, nega persino l’evidenza dei fatti. Se non è lui ad averlo pianificato, non molla facilmente la preda, fino a quando non riottiene ciò che vuole, non perché desidera la persona, ma vuole testare il suo potere e la sua capacità di controllo sulla sua preda. 
Nello SCARTO AGITO invece il narcisista scompare dall’oggi al domani, senza fornire alcuna spiegazione oppure potrebbe lamentarsi con la sua vittima e continuare a mantenere in essere la relazione, concedendosi però nuove avventure.
All’inizio il narcisista idealizza la sua vittima, mediante l’inganno, la seduzione, la falsa tenerezza e manifesta nei suoi confronti grandi gesti di amore e di promesse. Il fine è anche quello di verificare se è adatta a essere la sua preda. La idealizza per le sue qualità e la considera inconsapevolmente un’estensione di se stesso, una COSA necessaria per soddisfare i suoi bisogni narcisistici. Non la considera una persona, la disumanizza e fa sue tutte le qualità della preda, rinforzando così la sua fantasia narcisistica. Poiché questa recita richiede molta energia ed è innaturale per il narcisista, ha bisogno sia di pause di riposo, sia di poter verificare il livello di fragilità della sua preda. 
Durante la fase della SVALUTAZIONE, il narcisista mostra tutta la sua subdola e perversa violenza psicologica, nei confronti della sua preda. La ridicolizza, si mostra sordo alle grida di rabbia e paura che la vittima manifesta, fino a fargli perdere parte della sua dignità ed equilibrio. Durante questa fase mostra la sua inconsistenza, dice una cosa e ne fa un’altra, fa promesse che non mantiene, non ha compassione e non è mai disponibile nei momenti di bisogno. Solo menzogne e manipolazioni caratterizzano i suoi comportamenti. Durante questa fase la vittima invece è totalmente confusa, non riesce a dare un senso a ciò che un senso non ha, ma è troppo legata all’immagine che il narcisista ha fornito durante la fase di idealizzazione. Quindi, nel tentativo di ripristinare lo stato precedente, cerca di capire dove ha sbagliato, per poter dare un senso all’avvenuto cambiamento, mentre in realtà l’immagine fornita durante la fase di idealizzazione era semplicemente una maschera, una finzione. 
Al fine di poter recuperare la relazione, la vittima inizia a chiedere al narcisista di cambiare, lo critica, gli fa notare le sue inconsistenze, ecc. Purtroppo per il narcisista è impossibile confrontarsi con il suo dolore, piuttosto che vedere la sua vera personalità, preferirebbe morire. La sua immagine narcisistica è più importante della sua vita, mentre la preda esiste nella sua vita solo per confermare la sua superiorità e per rafforzare la sua immagine distorta. Quindi all’inizio cercherà di difendere questa sua immagine, cercherà di convincere la sua preda utilizzando tutte le sue tattiche di manipolazione ed inganno del suo repertorio. Se questo suo tentativo fallisce la preda diventa una minaccia per la sua esistenza narcisistica ed è probabile che diventi aggressivo o si mostrerà disperato. Se anche questo tentativo fallisce, l'ultima risorsa che gli resta è lo SCARTO. 
Spesso per la vittima la fase dello SCARTO, per effetto dell’abbandono o della fine della relazione, è devastante ed appare essere una sconfitta, mentre nella realtà è una CONQUISTA, un risveglio, una VITTORIA, in quanto consapevolmente o inconsapevolmente non è più una preda valida per il narcisista, in quanto è una persona che non si lascia più manipolare, calpestare, umiliare, ecc., per questi motivi il narcisista l’ha abbandonata o meglio l’ha SCARTATA. Per la vittima questo dovrebbe essere fonte di ORGOGLIO, non di dolore. 
Infatti, lo SCARTO e l’ultima fase che caratterizza la strategia del narcisista, mediante la quale pone fine alla farsa. Generalmente subentra quando percepisce che la preda rivendica con maggior insistenza il rispetto delle sue esigenze. Il narcisista percepisce questa rivendicazione come una svalutazione della sua persona, come il volergli insegnare a comportarsi e ad amare. Per il narcisista non è prioritario soddisfare il suo smisurato bisogno di attenzioni, ma necessita di conferme del suo valore, ma soprattutto di esercitare il potere e il controllo sul partner, in quanto costituisce il suo vero NUTRIMENTO NARCISISTICO. 
La strategia dello SCARTO e il relativo comportamento sembrano apparire all’improvviso, mentre in realtà il narcisista lo aveva preparato da qualche tempo, ma ha atteso il momento di maggiore fragilità della sua vittima, per colpirla con spietata crudeltà. La sofferenza che procura è la proiezione del dolore e della rabbia che si porta dentro. Inoltre il suo principale timore è di essere sminuito, per questo demolisce l’autostima degli altri. 
Per il narcisista, lo SCARTO non è la semplice fine di una relazione, spesso vorrebbe tenerla in essere, perché costituisce la sua nutrizione narcisistica. In realtà il suo intento è di annientare totalmente la sua preda, nel modo più crudele possibile, in quanto la distruzione della sua preda a livello simbolico significa che non esiste più e quindi non rappresenta più un pericolo per la sua fantasia narcisistica, che la preda stava mettendo in discussione. Il tempo che precede lo scarto serve al narcisista anche per denigrare la sua preda nei confronti degli altri, specialmente nei confronti dei figli (non è casuale che la quasi totalità dei genitori alienanti sono dei narcisisti patologici) descrivendola come una persona instabile, problematica, con gravi problemi psicologici, ecc. (proiezione della sua disfunzionalità sulla preda), mentre descrive se stesso come una vittima. Il ritenere la sua preda il problema e la responsabile di tutto, consente alla sua fantasia narcisistica di liberarsi di tutte le sue responsabilità.

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