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Library: Psicologia - Meccanismi Mentali

Struttura della Memoria
di Antonio Sammartino    24/06/2020

Comprendere cosa è la memoria, conoscere come è organizzata e strutturata nei suoi diversi componenti è fondamentale, per poter indagare qualsiasi aspetto della nostra personalità, in quanto ci consente di comprendere ciò che spesso ci appare incomprensibile.

Richiamare alla coscienza gli eventi che sono fonte di ansia e dolori, consente alla mente di rielaborarli e quindi impedire il rimuginarci sopra, in quanto gli eventi traumatici, anche se apparentemente sembrano dimenticati, continuano ad essere presenti sotto forma di ricordi inconsapevoli. Infatti chi soffre di amnesie, è più a lungo turbato dai ricordi negativi, anche se non ricorda gli eventi che li ha prodotti. È più facile superare la tristezza se si è consapevoli del vero motivo che rende tristi.

L’individuo possiede la capacità di ricordare perché è dotato del sistema nervoso. 
Il termine memoria deriva da Mnemosine, Dea greca, madre di tutte le Muse, che rappresentava la memoria che gli Esseri dovevano usare, per affrontare le contraddizioni nella loro esistenza e per prendere quelle decisioni mediante le quali potevano esercitare la propria volontà. 
Quando parliamo di memorie spesso, in modo inconsapevole, usiamo termini diversi per descrivere le esperienze. Infatti, usiamo il termine rammentare (che si esprime con la competenza verbale) per indicare l’intenzione di richiamare alla mente, usiamo il termine ricordare che deriva da re-cordis (con il cuore) che ha a che fare con aspetti senso-corporei che riguardano i muscoli volontari sotto il controllo dell’Io, ecc. Inoltre, quando parliamo di memoria non ci riferiamo semplicemente alla funzione di ricordare, in modo consapevole la nostra storia, in quanto la memoria è una funzione molto complessa, che è direttamente influenzata dall’esperienza e definita, in termini generali, come l’insieme dei processi inconsapevoli e consapevoli, che hanno accesso alla coscienza, mediante i quali gli eventi della storia degli individui condizionano i suoi comportamenti futuri. 
Da un punto di vista biologico, la memoria svolge un ruolo fondamentale nell’evoluzione degli individui in quanto, mediante il ricordo dell’esperienze passate, è possibile nel futuro, ripetere le esperienze piacevoli ed evitare i pericoli o le situazioni che potenzialmente potrebbero essere fonte di dolore. In un certo senso, la memoria ci offre la possibilità di prevedere il futuro, in quanto ciò che è già accaduto nel passato, ha buona probabilità di ripetersi, per cui il sistema cognitivo degli individui, costruisce delle ipotesi, a volte inconsapevoli, che saranno selezionate in base alle situazioni contingenti. 
La formazione dei ricordi è resa possibile dalla plasticità dei circuiti neuronali.
Infatti, la formazione di un ricordo è essenzialmente il risultato di una modifica nelle connessioni di una rete neuronale, resa possibile dall’arrivo di un segnale che sollecita i geni a produrre opportune proteine che si diffondono nello spazio che esiste fra i neuroni (presinaptico e postsinaptico). Queste proteine producono un rafforzamento delle connessioni neuronali e contribuiscono allo sviluppo di nuove sinapsi. La formazione di un ricordo avviene nell’Ippocampo, per poi fissarsi in modo definitivo nella Memoria a Lungo Termine. 
Le memorie sono quindi costituite da un insieme, generalmente indefinito, di cellule neuronali che si aggregano sulla base di reazioni biochimiche, che modificano l’efficacia delle connessioni sinaptiche fra i neuroni. Questo processo biochimico è essenzialmente indipendente dal tipo di memoria, in quanto la specificità è nella diversità dei circuiti neuronali che la rappresentano. Quindi, l’espressione di un qualsiasi comportamento, implica l’attivazione di circuiti neuronali, che si sviluppano sia sulla base di istruzioni che derivano dalla sequenza di basi del DNA (fattori genetici), sia dalla complessa rete di interazioni fra le cellule (fattori epigenetici, cioè che sono indipendenti dal DNA). 
Durante il primo periodo di sviluppo, il bambino inizia ad acquisire conoscenze e abilità percettivo-motorie, mediante meccanismi innati, senza che vi sia una sua consapevolezza, in quanto queste competenze sono scritte nel patrimonio genetico. Questa memoria della specie, denominata Memoria Filetica, ha la sua sede nelle cortecce cerebrali sensoriali e motorie primarie, in cui sono memorizzati i meccanismi innati, utilizzati per le percezioni sensoriali elementari e per i movimenti semplici. Sulla base di questa primitiva memoria, che rappresenta il substrato fondamentale per tutti i processi cognitivi, progressivamente si sviluppano livelli di conoscenza sempre più astratti (memoria sensoriale, episodica, semantica, concettuale, percettiva, ecc.). 
Alcuni aspetti fondamentali della memoria possono essere meglio compresi se consideriamo le principali differenze fra il sistema di memoria dei rettili rispetto a quello degli individui. Infatti i rettili, hanno limitate capacità di memoria, in quanto sono in grado di apprendere solo compiti di tipo procedurale, inoltre nascono con un cervello che è fortemente programmato; mentre gli individui oltre al sistema procedurale, sono dotati anche di un evoluto sistema emotivo ed affettivo, inoltre nascono con un cervello immaturo che è estremamente plastico, cioè in grado di programmarsi principalmente, mediante l’apprendimento e le esperienze. 
Il sistema di memoria, la cui unità mnesica primaria è costituita dal neurone, può essere suddiviso, in base alla durata del ricordo e al tipo di contenuto memorizzato, in: 
Memoria a Breve Termine, in cui sono presenti ricordi reali di durata brevissima (inferiore ad un minuto). E' in grado di memorizzare al massimo 7 elementi, mediante modificazioni funzionali transitorie. 
Memoria a Lungo Termine, in grado di memorizzare un’enorme quantità di informazioni, in modo quasi perenne (conoscenza innata ed acquisita), mediante modificazioni strutturali a livello sinaptico. Questo tipo di memoria privilegia il significato, l'organizzazione semantica, la capacità e la durata della memorizzazione. La sede anatomica di questo tipo di memoria è nella Corteccia Prefrontale. 
Memoria di Lavoro, in cui vengono memorizzate le informazioni per un tempo brevissimo (alcuni secondi), necessario per consentire il confronto con gli altri circuiti neuronali (analisi e elaborazione), al fine di consentire l’attività del pensare e la formazione dei concetti. Essenzialmente rappresenta un ponte fra la Memoria a Breve Termine e la Memoria a Lungo Termine. 
La memorizzazione quindi si basa sulla modifica del sistema nervoso, mediante un’alterazione strutturale e funzionale delle cellule neuronali, mentre la formazione dei ricordi e la loro trasformazione sono condizionate dal tempo (durata della traccia mnesica), dal sistema emotivo e dall’attività della coscienza. 
Uno dei principi fondamentali della Psicoanalisi è che i processi della mente, nei suoi aspetti cognitivi, affettivi e motivazionale sono prevalentemente inconsci e memorizzati in un tipo memoria implicita (inconscio dinamico). 
Secondo Freud, i contenuti psichici inaccettabili dalla coscienza (desideri inconfessabili, istinti primitivi, memorie infantili, ecc.) vengono rimossi e confinati nell’inconscio, da cui possono successivamente riemergere alla coscienza sotto forma simbolica nei sogni, lapsus, ecc. Secondo Jung, l’inconscio comprende tutti i processi psichici personali o collettivi che non possono essere riferiti all’Io cosciente. Questi contenuti sono inconsci perché rimossi oppure perché, nell’istante della percezione, a causa della loro bassa carica energetica, non hanno potuto raggiungere la coscienza, mentre per Bion l’inconscio non è un contenitore di materiale rimosso, ma una funzione della mente. Secondo diversi autori, questo tipo di memoria (inconscio cognitivo) esprime una conoscenza implicita che non è stata rimossa, ma non può essere evocata in quanto è stata memorizzata in una forma che non è possibile esprimere mediante le parole, quali ad esempio le modalità relazionali ed affettive memorizzate durante i primi anni di vita, che tuttavia influenzeranno il quotidiano e le relazioni emotive ed affettive dell’individuo adulto. 
Ad esempio gli sguardi di una madre, il suo modo di relazionarsi con figlio veicolano affetti ed emozioni, mentre i traumi originano fantasie, ansia timori, paure che il bambino non potrà mai esprimere verbalmente. Questa conoscenza implicita, sarà memorizzata in una forma che non sarà accessibile direttamente alla coscienza e costituirà il contenuto della Memoria Implicita. 
Secondo le neuroscienze l’apprendimento e le esperienze, per effetto della plasticità neuronale, costruiscono reti neuronali che è possibile richiamare alla coscienza, oppure non essere accessibile all’Io, in quanto memorizzate in modo implicito. Questi due diversi tipi memorizzazioni hanno caratteristiche e substrati neurobiologici diversi e sono stati denominati Memoria Implicita e Memoria Esplicita. 
La Memoria Implicita, presente fin dalla nascita, non richiede la partecipazione della coscienza ed è implicata nella formazione dei modelli mentali comportamentali, percettivi, somatosensoriale ed emotivi. Quindi, l'apprendimento implicito è costituito da tutto ciò che viene appreso in modo inconsapevolmente, attraverso messaggi subliminali che determinano comunque comportamenti consequenziali. Ad esempio, le abilità motorie, anche se apprese coscientemente con ripetuti esercizi, vengono effettuate in modo automatico. Anche le memorie emotive, acquisite in determinate situazioni, sono in grado di scatenare reazioni emotive (ansia, paura, ecc.) senza che l’individuo sia in grado di attribuire all'evento scatenante un significato. 
Il substrato neurobiologico di questo tipo di memoria è costituito dall’amigdala, dai Gagli della base, dal cervelletto e da alcune aree della corteccia posteriore destra.
La Memoria Esplicita o dichiarativa, si sviluppa verso il secondo anno di vita ed è associata all’esperienza soggettiva. Richiede attenzione e partecipazione attiva della coscienza, al fine di acquisire e successivamente rievocare consapevolmente informazioni. In realtà, l’apprendimento esplicito comporta anche una parte di memorizzazione implicita che può essere svelata mediante la valutazione delle reazioni emotive. 
La Memoria Esplicita comprende la memoria dei fatti (Memoria Semantica) e degli eventi (Memoria Episodica). La prima si riferisce alle conoscenze generali decontestualizzate, condivise da diversi gruppi di persone (costituisce la conoscenza enciclopedica), la seconda è invece fortemente legata al contesto ed ha una forte componente di soggettività e trova la sua espressione più tipica nella memoria autobiografica. 
La memoria semantica può essere espressa attraverso affermazioni, nomi, definizioni o brevi frasi, mentre la memoria episodica possiede intrinsecamente una componente narrativa, spesso con al centro il sé. Secondo diversi studiosi, la presenza o meno della componente narrativa è la principale caratteristica che differenzia memoria episodica dalla memoria semantica. 
Il substrato neurobiologico di questo tipo di memoria comprende l’ippocampo e la corteccia prefrontale.

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