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Evoluzione del Cervello
di Antonio Sammartino    15/06/2004

Il cervello è in continua evoluzione. Le strutture cerebrali, da cui dipendono le nostre capacità e comportamenti, sono il prodotto di un lungo processo evolutivo iniziato con il passaggio dai pesci ancestrali ai primi anfibi, avvenuto nel periodo Devoniano (da 416 a 359 milioni di anni fa).

Durante questo lungo periodo, l’essiccamento dei mari, obbligò i diversi organismi viventi (pesci ancestrali), ad adattarsi al nuovo ambiente, completamente diverso da quello marino. Le specie fortemente specializzate furono le prime ad estinguersi, mentre quelle che presentavano un senso olfattorio più sviluppato (primi anfibi) riuscirono ad adattarsi ai mutamenti climatici. Quella fu solo una prima fondamentale tappa nella storia evolutiva del nostro cervello, che si è sviluppato nel tempo, in modo discontinuo, seguendo spesso percorsi non lineare. 

Con il Periodo Devoniano, inizia quindi a svilupparsi una nuova specie di organismi, dotati di un sistema nervoso molto diversificato, con potenzialità evolutive maggiori, rispetto alle specie che le avevano precedute nel tempo. L’aumento progressivo delle aree telencefali, iniziata con la prima forma marina di vertebrato, si è successivamente evoluta verso quella dei mammiferi, fino a giungere a quella dell’Homo Sapiens. 
Oggi non siamo all’apice di questa scala evolutiva, in tutte le forme di vita esistenti sul nostro pianeta, compresa quella dell’uomo. Ciò significa che l’evoluzione delle specie animali sulla terra è coincisa con l’evoluzione del sistema nervoso. Infatti si è passati, dalle specie con una sola cellula e un sistema di riflessi semplici, fino a giungere ad un’organizzazione complessa come quella del sistema nervoso umano. 
Architettura del cervello. Il cervello degli esseri umani, oltre ad essere suddiviso in un emisfero sinistro in cui risiede il centro del pensiero logico e in un emisfero destro in cui risiede il pensiero concettuale, può essere visto come una stratificazione di tre differenti tipi di cervello, formatosi nel corso dell'evoluzione dei vertebrati: Rettiliano, Paleomammifero e Neomammifero. 
Il primo a formarsi è stato il cervello Rettiliano, che costituisce il nucleo più interno, la parte più primitiva ed estremamente rigida che governa l'istinto. La sua principale funzione è di gestire le funzioni fisiologiche, i ritmi della vita, gli stati di emergenza (rabbia, ansia, depressione), i battiti del cuore e del respiro, i movimenti corporei, le impressioni sensoriali e i bisogni primari (fame, sonno, desiderio sessuale) necessari per l’istinto di sopravvivenza dell’Io e della specie. 
Su questa prima struttura, circa 100 milioni di anni fa, si è formato un secondo strato, denominato cervello Paleomammifero, (ereditato dai primitivi mammiferi), la cui funzione è di gestire i programmi automatici di comportamento, di soddisfazione dei bisogni e delle pulsioni, senza necessariamente prenderne coscienza. È considerato la sede delle emozioni, consente la percezione del sentimento, governa il sistema immunitario e l’auto-guarigione, controlla le relazioni, l’apprendimento, la memoria, i legami affettivi. 
In ultimo, circa 20 milioni di anni fa, alle precedenti si è aggiunta una terza struttura il cervello Neomammifero (o neocorteccia cerebrale). Rappresenta la parte più evoluta in cui si è potuto sviluppare la capacità del ragionare, dell’intuizione, dell'analisi, dell'immaginazione, del creare artistico e del desiderio dello scoprire. E’ molto flessibile e si adatta facilmente alle circostanze. 
Felicità e Piacere. La felicità è una sensazione indipendente dalle circostanze, è il risultato dell’armonia fra i due strati pensanti, che si manifesta come un stato di diffuso benessere, mentre il piacere è la risposta ad un desiderio, di un solo dei tre cervelli. 
Ciò significa che il piacere dei sensi è la soddisfazione di un bisogno associato al cervello Rettiliano, mentre il piacere psicologico dell’essere accettati, ammirati e amati è la soddisfazione di un bisogno associato al cervello Neomammifero. 
I tre strati del cervello, pur avendo una loro precisa identità ed autonomia, vivono in un rapporto di coordinamento continuo e sussidiario, in uno stato di equilibrio e di perfetta integrazione. Quando queste connessioni non funzionano più correttamente, l’equilibrio si rompe, si diventa estremamente emotivi e aggressivi per effetto del sopravvento del cervello Neomammifero o di quello Rettiliano. 
Ognuno di questi tre cervelli usa un suo specifico linguaggio. Per entrare in contatto con la parte sinistra della corteccia occorre ragionare, utilizzare termini logici e fornire alla mente valanghe di informazioni, mentre per entrare in contatto con la parte destra, occorre creare forme, visualizzare colori, immagini ed idee, in grado di creare associazioni mentali. 
Per comunicare con il cervello Paleomammifero occorre alimentare le emozioni e parlare con le persone, in quanto sembra che questo tipo di cervello reagisce ai nomi e ai pronomi io tu, egli etc. Infine per entrare in contatto col cervello Rettiliano occorre utilizzare sensazioni tattili e coinvolgere fisicamente la persona.

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