Autoguarigione del Cervello
di Antonio Sammartino
15/08/2020
I sintomi non devono essere drogati, nascosti o soppressi, ma interpretati e compresi, al fine di controllare e migliorare le difese dell’organismo.
In genere si preferiscono le pillole della felicità (i farmaci), per sostenere il sistema danneggiato e ridurre i sintomi, modificando temporaneamente l’equilibrio chimico del cervello. Purtroppo quando si interrompe la cura farmacologica, generalmente i sintomi ritornano.
Contrariamente ad una diffusa convinzione, il cervello è in grado di cambiare sé stesso, può funzionalmente riorganizzare qualsiasi sua area, per sopperire alle carenze che si vengono a creare a seguito di traumi (fisici o psicologici) o al lento processo di invecchiamento. Ad esempio, diverse persone sono riuscite a superare i disturbi dell’apprendimento ed hanno migliorato la loro cognizione. A qualsiasi età è possibile ricablare il cervello, mediante il pensiero, l'apprendimento e le esperienze di vita, stimolando e risvegliando le reti neuronali dormienti. Ciò è reso possibile dalla neuroplasticità e dall’epigenetica. Quest’ultima agisce sull'espressione genica.
Il sistema nervoso quindi, ha la capacità di adattarsi ai traumi e alle situazioni di stress, sia mediante variazioni dei rapporti sinaptici, sia con la formazione di nuovi neuroni a partire da cellule staminali.
La psicoterapia è una forma di apprendimento, indotta da una nuova esperienza, in grado di attivare la neuroplasticità cerebrale, cioè di modificare la struttura e la funzione delle reti neurali disfunzionali, sottese ai disturbi psichici. Questo nuovo apprendimento, modifica il comportamento.
Durante la cura, le terapie neuroplastiche richiedono un coinvolgimento del soggetto nella sua totalità: mente, cervello e corpo.
Quando si apprende, non si modifica il cervello nella sua totalità, ma si attiva una variazione all’interno dei singoli neuroni, cioè si modificano le spine dendritiche e si sviluppano nuovi rami dell’assone di un neurone. In particolare, si verifica la formazione di nuove cellule nervose (neurogenesi); una variazione della quantità di neurotrasmettitore liberato nella sinpsi; un aumento dei collaterali assonici con conseguente formazione di nuove sinapsi. Di conseguenza si creano nuove connessioni tra i neuroni che modificano la modalità di funzionamento del cervello.
La neuroplasticità consente di recuperare gli eventi cerebrali, come ad esempio l’ICTUS, le LESIONI cerebrali traumatiche, può spegnere il DOLORE, ecc. Inoltre migliora la capacità di memoria e l’apprendimento.
La neurogenesi offre l’opportunità per un trattamento medico, senza effetti collaterali, in modo particolare nei casi di traumi fisico/psicologico, nei disturbi neurodegenerativi, nei disturbi d’umore, nella cura del dolore cronico, ecc., perché è in grado di ripristinare parte delle funzioni perse.
Il cervello non è una struttura statica ed è in grado di rigenerarsi anche in età adulta. A livello sperimentale è stato dimostrato che ogni giorno si formano circa 700 nuovi neuroni nella regione ippocampale. Ciò significa che durante l’intera esistenza, ogni individuo rinnova circa 1/3 dei suoi neuroni. Alcune cellule che muoiono vengono sostituite da altre.
Le cellule staminali sono presenti, anche se in modo non esclusivo, in aree ben precise del cervello adulto. In particolare sono nella zona subgranulare del giro dentato dell’ippocampo e nella zona subventricolare dei ventricoli cerebrali laterali.
È stato scoperto che un flusso di nuove cellule, ancora indifferenziate (staminali), migra quotidianamente dai ventricoli cerebrali (zona al centro del cervello) verso la corteccia, creando nuove connessioni con le altre cellule del cervello. Questa migrazione dura alcuni giorni. La stimolazione di queste cellule staminali è un interessante intervento terapeutico, nei casi di patologie neurodegenerative che comportano la perdita di cellule nervose.
La neurogenesi è un processo dinamico ed è quindi influenzato da diversi fattori esterni. Un noto effetto negativo è indotto dallo stress. Infatti, lo stress cronico può causare una forte diminuzione del numero di cellule nel cervello. Questa riduzione determina a livello cognitivo, un’attenuazione dell’attenzione e delle capacità di organizzazione/pianificazione, il deterioramento della memoria a breve e a lungo termine, ecc. A livello emotivo potrebbe causare un’attenuazione dei vincoli morali, la comparsa di depressione, perdita dell’autostima, ecc.