Note per il Lettore
di Antonio Sammartino
La psicologia non è una scienza esatta, ma una categoria della conoscenza, che cerca di descrivere i comportamenti e di spiegare i processi cognitivi. Costituisce una strategia ipotetico-deduttiva, in grado di costruire ipotesi, dedurre conclusioni attraverso l’osservazione e l’interpretazione della storia della persona, al fine di teorizzare come si presenta il problema. Tuttavia, esiste una variabile individuale e i medesimi stimoli non attivano sempre le medesime aree neuronali. Inoltre, il sistema nervoso è molto plastico, per cui prevale la dimensione individuale.
In casi diversi, le caratteristiche della personalità e le relative conseguenze potrebbero essere dovute a esperienze diverse. Infatti, è la presenza contemporanea delle diverse esperienze e degli attaccamenti, che rende più probabile l’origine da abusi/maltrattamenti o da altri tipi di eventi, perché il sistema nervoso elabora gli stimoli sensoriali e li traduce in attività cognitive e comportamentali. In ogni caso occorre essere molto cauti nel trarre conclusioni e cercare ulteriori conferme.
Nel romanzo la storia è di secondaria importanza, perché la protagonista non vive esperienze nel momento presente, ma compie un viaggio nel suo mondo interiore, al fine di far emergere i suoi processi psichici e le emozioni associate.
Anche se in forma romanzata, l’obiettivo principale è dare voce alla bambina che ha subito l’abuso/maltrattamento, al fine di far conoscere, attraverso la narrazione degli stati affettivi, dei pensieri e delle emozioni, cosa avrebbe voluto dire mentre subiva l’abuso, far conoscere i suoi bisogni di attaccamento, i silenzi, le paure che hanno bloccato e congelato il suo corpo. Il paesaggio e l’ambiente in cui si trova immersa, in diverse parti del romanzo, sono una metafora dei suoi stati d’animo.
Il ritornare bambina consente alla protagonista di reinterpretare gli eventi con un livello di coscienza diverso, di riscoprire nelle relazioni i messaggi che inconsapevolmente gli hanno consentito di superare gli effetti disfunzionali dell’abuso subito e di riscoprire nei legami di attaccamento, sia le “Emozioni che uniscono”, sia le “Emozioni che separano”.
[Quando, di fronte a un pericolo, una vittima non può fuggire, la paura non può risolversi, per cui si attiva una risposta animale arcaica. Il corpo si congela, per far credere all’aggressore che è privo di vita. Questa passività viene spesso erroneamente interpretata come una forma di consenso. Nella bambina vittima, questa passività contribuisce ad accentuare il senso di colpa. Inoltre, ciò che disorienta è che, in diversi casi, il bisogno di sicurezza e di attaccamento induce la bambina a manifestare, nei confronti di chi l’abusa, un sentimento di “amore”, che in realtà è una distorta forma di dipendenza affettiva].
In alcune parti del romanzo i tempi dei verbi e la sequenza degli eventi “sembrano errati”. In realtà è un modo per rappresentare nella narrazione, il passato che invade il presente, la confusione temporale che a volte regna nella mente della protagonista, durante la rievocazione, specialmente quando emergono i ricordi, i sogni e le fantasie che gli consentono di rivivere le esperienze infantili, i conflitti e le contraddizioni della sua personalità.
Diverse narrazioni sono una metafora per descrivere uno stato d’animo che crea disagio, anche se non viene individuata la fonte del turbamento.
Chi scrive a volte s’inserisce nella storia, al fine di indirizzare la narrazione o di consentire alla protagonista di ritornare nella storia.