Introduzione alla Psicoterapia
di Antonio Sammartino
18/05/2020
Per raggiungere il benessere psicologico diversi individui hanno bisogno di cambiare qualcosa in sé stessi, le loro convinzioni, il loro modo di pensare. Altre invece necessitano di lavorare maggiormente ad un livello emotivo, altre ancora al livello dei comportamenti o delle relazioni interpersonali o a vari livelli contemporaneamente... e così via.
I cambiamenti raggiunti ad un livello si diffondono e provocano cambiamenti anche su tutti gli altri livelli dell’esperienza umana.
Ad esempio, una persona che modifica i suoi comportamenti o le sue relazioni, causa effetti benefici anche sulle sue emozioni e sul suo modo di pensare.
Diverse persone hanno bisogno di elaborare differenti dimensioni dell'esperienza. Per rispondere alle diverse esigenze delle persone, si sono diffuse diversi tipi di psicoterapia.
Nel mondo esistono oltre 500 diverse scuole di psicoterapia, mentre in Italia ve ne sono oltre 100, ciascuna delle quali predilige l’uso di particolari tecniche. Molte terapie si basano essenzialmente sul potere terapeutico delle parole, perché in grado di innescare un processo di cambiamento nelle percezioni della persona, il cui effetto è di modificare le emozioni e i comportamenti, inteso come modifica dei significati e delle reazioni agli eventi e alla sofferenza.
Nei casi di disturbi indotti da traumi o abusi sessuali/psicologici diverse terapie si basano sull’ascolto del corpo e delle sue manifestazioni.
Secondo il Dizionario Internazionale di Psicoterapia è possibile suddividere le diverse metodologie nei modelli: Comportamentale, che usa un linguaggio basato sull’oggettivazione; Psicodinamico che usa un linguaggio basato sul richiamo al simbolico. È possibile distinguere queste metodologie in otto diversi paradigmi epistemologici (cioè, linguaggi, metodi, organizzazione interna, ecc.). Questi paradigmi sono: Cognitivista, Comportamentale, Eclettico, Espressivo Corporeo, Strategico, Psicodinamico, Sistemico Relazionale, Umanistico-Esistenziale.
Prima di iniziare una terapia è utile conoscere l’orientamento del terapeuta, quale approccio abitualmente segue (psicoanalitico, cognitivo, comportamentale, corporeo, ecc.), in quanto tempo e come ha risolti casi analoghi. Dubitare sia delle risposte ambigue, sia di indagini lunghe sull’infanzia, perché oggi esistono efficaci metodi scientifici che si basano sull’evidenza. Dubitare delle terapie che durano in eterno, perché possono creare una dipendenza psicologica con il terapeuta.
Un buon psicoterapeuta dovrebbe essere al di sopra delle singole teorie (o metodologie standardizzate) ed orientare la sua indagine in funzione degli obiettivi. Un’analisi corretta richiede innanzitutto un’adeguata conoscenza della persona da analizzare, al fine di comprendere e valutare le motivazioni che sono alla base dei suoi conflitti.
Prima di spendere tempo e denaro, valutare se opportuno recarsi in analisi, perché spesso, con un piccolo sforzo, oltre il 45% dei problemi psicologici si risolvono da soli, in un arco temporale massimo di circa 20 mesi. Sembra che un tempo ragionevole per la risoluzione di diversi problemi psicologici, varia da 3 a 12 mesi.