Depressione e Maternità
di Antonio Sammartino
13/04/2021
Associata alla maternità vi sono tre diversi stadi di depressione, il baby blues (colpisce circa il 70% delle donne). Dura pochi giorni e si manifesta sotto forma di insonnia, affaticamento, irritabilità. È dovuta al fisiologico calo dopo il parto, degli estrogeni e del progesterone.
Il livello successivo, colpisce circa il 10% delle mamme, è determinato da stati di depressione, simili a quelli del baby blues, ma durano diversi mesi.
Infine il terzo stadio è costituito dalla psicosi post-partum che induce nella mamma il distacco dalla realtà, che in preda alle allucinazioni potrebbe giungere ad uccidere il figlio, nella distorta convinzione di evitargli sofferenze. È questo distacco dalla realtà, che fa sentire alla mamma una voce dentro di Lei che le ordina di uccidere il bambino.
Essere madre richiede un nuovo spazio mentale, per uscire da un crescente disagio, per confrontarsi sulla nuova condizione, perché ogni madre ha una propria storia che è fortemente condizionata dalla bambina che è stata e che inconsapevolmente emerge quando si diventa madre.
L’arrivo di un bambino spesso fa percepire alla madre un senso di inadeguatezza che consente di comprendere quale tipo di mamma sarà. Poiché il rapporto madre-figlio è fondamentale, soprattutto durante i primi mesi, occorre acquisire la capacità a saper leggere i segnali, per comprendere ciò che si è, al fine di correggere ciò che è errato, per indirizzare le risorse che ognuno ha dentro di sé, mediate regole prescrittive piuttosto che istintive, che sono inevitabilmente imposte dai comportamenti stereotipati che caratterizzano il temperamento. Il rischio è di far dipendere inconsapevolmente il proprio benessere e la propria realizzazione di madre, da un’altra persona (generalmente il proprio genitore).