Smiling Depression
di Antonio Sammartino
04/11/2018
Duchenne aveva notato che in un sorriso di autentica felicità, oltre ai muscoli della bocca e delle guance, si muovevano anche i muscoli degli occhi che creavano una sorte di increspamento della pelle agli angoli degli occhi.
Le increspature indicano se la persona è veramente felice o divertita, perché il muscolo che circonda l’occhio non obbedisce alla volontà, ma entra in gioco solo se l’emozione è reale e non è una manifestazione di circostanza.
Per diversi aspetti la depressione può essere considerata un adattamento del cervello a particolari eventi dell’esistenza. La sofferenza non è mai necessaria ed è determinata in generale, da tristezza, da un senso di perdita, da una profonda delusione, che impedisce alla persona di ottenere la ricompensa auspicata.
La zona del cervello che viene coinvolta nell’elaborazione della mancata ricompensa è la Corteccia Orbito Frontale Laterale, che è strettamente collegata con l’area del cervello coinvolta nell’elaborazione della propria autostima e del senso di sé, che favorisce l’emergere di pensieri associati ad una bassa autostima e alla perdita personale per non aver ottenuto il premio auspicato. Ciò sembra essere associato ad una ridotta connettività tra l’area relativa all’elaborazione della ricompensa, la Corteccia Orbito Frontale Mediale e il sistema della memorizzazione, da cui deriva la difficoltà della persona di poter richiamare in memoria i ricordi felici.
La SMILING DEPRESSION (o depressione sorridente) può essere considerata un meccanismo di difesa, una maschera che la persona usa per nascondere la sua malinconia, i suoi sentimenti di tristezza, per cui inganna gli altri per non mostrare la sua sofferenza (tutti a volte nascondiamo lo stress, le preoccupazioni, la tristezza dietro un falso sorriso). Agli occhi degli altri appare felice, sorridente, forte, mentre nel suo mondo interiore soffre (potrebbe soffrire di attacchi di panico segreti, di insonnia, pensare anche al suicidio, ecc.), non riesce a mostrare il suo vero Sé, perché si sente confusa, avverte una sensazione di inutilità, non sa cosa fare della sua esistenza. È come se volesse essere felice per gli altri, per questo forse nasconde le emozioni che gli procurano dolore. Sorride nell’illusione di poter scacciare il dolore, ma il suo è un SORRISO TRISTE (bocca sorridente, ma occhi tristi). Vorrebbe risolvere questa sua difficoltà, ma non sa cosa fare e non può sperare nell’aiuto degli altri, forse per questo motivo, è un tipo di depressione che generalmente scompare naturalmente, quando la persona riesce a prendere le distanze dal suo dolore.
Generalmente le persone che nascondono le loro difficoltà, non vogliono riconoscere la loro condizione, si vergognano del loro problema, perché lo considerano un difetto. Si preoccupano molto della loro immagine, perché pensano che gli altri l’apprezzino prevalentemente per l’immagine che offrono.
Le emozioni, i sentimenti negativi non dovrebbero mai essere ignorati o nascosti perché il tentativo di sfuggire non li fa sparire, anzi li alimenta.
Se sono introverse, la tendenza a tenere i propri problemi per sé, nasce dal voler evitare di preoccupare le persone a loro care.