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Library: Filosofia e Religioni

Origine del Monoteismo
di Antonio Sammartino    26/09/1981

I popoli, anche nell’era moderna, non si considerano cittadini, ma sudditi privi di diritti

Dio è tutto ciò che la nostra mente non riesce a vedere, perché siamo immersi in una eternità, che il singolo individuo non può indagare e conoscere, che spesso fa smarrire il senso della realtà. E’ da questa cecità della mente che nasce il mito dell’occulto, che alimenta il bisogno religioso degli individui.
Apparentemente, l’ingenuità fiabesca di Adamo ed Eva, che immaginano poteri straordinari in una pianta, è in realtà una naturale fragilità della mente umana che, nei momenti di difficoltà, attribuisce ad una realtà ad essa esterna, straordinari poteri. È in questa attribuzione ingenua di poteri che da sempre lucrano le caste sacerdotali.
Non a caso il più piccolo stato del mondo, che produce il nulla, è anche la più grande potenza politica ed economica dell’universo.
Sembra che siano numerosi i preti cattolici che non credono in Dio, ma per la posizione sociale che occupano, nascondono ciò che pensano, predicano ciò che considerano non vero. Non so se questa notizia sia vera, personalmente credo di si, ma sono anche convinto che sia marginale a fini di una ricerca della verità storica, sulle origini delle religioni.
Diversi studiosi, ritengono che vi sia un collegamento tra il monoteismo amarniano e quello d’Israele, da cui successivamente si sono sviluppate le religioni monoteiste e quindi anche quella cattolica. Infatti, sembra che il popolo ebreo si sia formato da una fusione di diverse tribù semitiche degli Hyksos e da altre minoranze etniche, al seguito del faraone Akhenaton e della sua casta sacerdotale Yahùd.
La religione cattolica non è una religione rivelata da un essere divino fattosi uomo, ma ha il suo ideatore nel faraone Amenophis IV, che verso la metà del XIV sec. a.C., in virtù dell’invenzione di un nuovo credo religioso in onore del Dio Sole Aton, cambiò il suo nome in Akhenaton e pose le basi per le moderne forme religiose monoteiste.
Per fondare questo nuovo rivoluzionario culto religioso, in onore di un unico Dio, Akhenaton diede vita al primo esodo della storia del mondo, paragonabile a quello biblico di Mosè, spostando il centro del suo regno a 500 km più a nord, dove fece costruire una nuova città nel deserto, dedicata al Dio Aton, che chiamò Tell el Amarna. In questa nuova città radunò il suo popolo (formato da Hyksos e altre minoranze etniche) sotto il culto del Dio Aton, i cui raggi solari, che contenevano secondo Akhenaton l’essenza della vita, venivano recepiti dal sovrano e da questi trasmessi all’Egitto e quindi al mondo intero.
Probabilmente, questo esodo fu necessario per destituire le potenti classi sacerdotali tebane, legate alle numerose divinità del pantheon egizio, privandoli di ogni loro bene e funzione. In questa opera fu aiutato dalla bellissima moglie Nefertiti, sua valida consigliera politica.
In questo nuovo regno, Akhenaton diede ordine di eliminare tutte le immagini e i culti degli altri Dei, provocando una completa rottura con il politeismo. Nello stesso periodo egli enunciò anche alcuni principi della sua nuova dottrina, una prima formulazione paragonabile a quella dei dieci comandamenti è la seguente:
1. Era consentito venerare un solo Dio
2. Furono banditi tutti gli idoli
3. Furono aboliti tutti i rituali legati alla morte
4. Universalità di culto
5. Le sepolture effettuate senza beni materiali
6. Abolizioni di miti e incantesimi
7. Monogamia
8. Tutte le rendite delle altre divinità egizi furono fatte confluire in un unico tesoro, dedicato al Dio Aton.
In questo rivoluzionario monoteismo, il faraone non era più considerato una rappresentazione di Dio, ma un suo servitore, cioè colui che era utile a Dio.
Akhenaton mantenne saldo il suo potere per altri anni, fino a quando una cospirazione, pilotata dalla potente casta sacerdotale tebana, non ripristinò l’antico politeismo, cancellando il sogno e la storia di Akhenaton. Con il ripristino dei vecchi culti, il faraone del sole fu dichiarato eretico tanto da essere cancellato dalla lista dei re. Secondo alcuni studiosi, l’essenza di questa rivoluzionaria religione non ebbe alcun collegamento diretto con le correnti filosofiche greche mentre lasciò notevoli influenze nel pensiero e nella religione di Israele.
L’originalità di questa nuova religione non è solo nel concetto rivoluzionario di monoteismo, ma nell’introduzione nella religione, di un contenuto trascendente, astratto. Infatti, la divinità non era identificata nel sole vero e proprio, ma in una forza misteriosa trascendente, che si sprigionava dai suoi raggi e tramite questi raggiungeva il sovrano, che a sua volta la proiettava, non solo al popolo dell’Egitto, ma all’intera umanità. E’ attraverso questa sua funzione, che il faraone acquisiva le capacità divine, contrariamente al precedente credo in cui i sovrani erano considerati divinità dell’olimpo locale.
In questa nuova visione, il faraone quindi era nello stesso tempo figlio e incarnazione dello spirito di Dio. Infatti, non a caso il nome Akhenaton significa spirito, incarnazione di Aton. Quindi, alla concezione dell’unicità di Dio, viene affiancato il principio della trinità divina che scaturisce dal concetto di Dio come padre dell’umanità intera, sovrano figlio del Dio, portatore del messaggio. Quindi Aton, non e' solo il Dio degli egizi (a quei tempi le divinità proteggevano solo chi le adorava), ma di tutta l'umanità, anche dei nemici dell'Egitto, per i quali occorreva avere il massimo rispetto. Ciò significa che, alla concezione dell’unicità del Dio Aton, si associa anche il principio di una forma di trinità divina, che scaturiva dal concetto del Dio Aton padre dell'umanità e dell'universo intero, sovrano figlio del Dio, portatore del messaggio e dallo spirito di incarnazione del Dio stesso nel sovrano (significato del termine Akh). Quattordici secoli dopo, quell’antico concetto di universalità, di unicità del Dio e nello stesso tempo di trinità, lo ritroviamo nel cristianesimo. La religione di Amarna predicava la non violenza e l’amore per il prossimo, esaltava la gioia per la vita. Non a caso, durante il regno di Akhenaton, fu proibita la pena di morte, non furono fatte campagne militari. Probabilmente, questi principi di non violenza indebolirono l’impero.
Un altro aspetto, rivoluzionario per i tempi, fu l’abbandono del culto dei morti, in quanto alla vita terrena, veniva contrapposta la promessa di una dimora eterna, che ciascun individuo doveva conquistare con le buone azioni.
Gli storici ritengono Akhenaton un grande rivoluzionario, precursore troppo innovativo per essere compreso dai suoi contemporanei, è il primo grande pacifista ed ecologista della storia. Infatti, alcuni versi dell’inno ad Aton, somigliano molto ai fioretti di San Francesco d’Assisi. Inoltre il contenuto delle sacre scritture in alcuni punti risulta molto simile ai versi dell’inno ad Aton.

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