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Library: Filosofia e Religioni

La colonizzazione religiosa dell’Immaginario (parte II)
di Antonio Sammartino    18/11/2010

Senza alcun dubbio il peggiore dei crimini commessi contro l’umanità dall’inizio della sua storia è stato attuato dalla Chiesa cattolica, quando nel 1184, il concilio di Verona, istituì per gli eretici, la Santa Inquisizione.

Seguirono 500 anni di torture e stragi, durante i quali, la ricerca ossessiva del potere e degli intrighi politici ed economi, sollecitò la Chiesa ad idealizzare una feroce azione di repressione fatta di stermini, torture, roghi, ecc., nei confronti di qualsiasi persona che manifestava una minima e vaga opposizione.

I sentimenti malvagi offuscano la mente.
Nella maggioranza dei casi, le accuse rivolte alle vittime del genocidio papale, si basavano su futili motivi o su semplici sospetti che potevano essere facilmente ricondotti alle difficoltà di un vivere sociale, nel quale rancori, invide e liti diventavano le motivazioni che portavano all’accusa. La repressione non risparmiò neppure uomini geniali come Galileo Galilei, che fu costretto a ritrattare rivoluzionarie e fondate scoperte, al fine di evitare torture ed eventualmente il rogo.
La Santa Sede da sempre ha mistificato e minimizzato il ruolo devastante delle radici dell’orrore dell’Inquisizione, invece di stigmatizzare la porta culturale e politica di quell’infernale Impero del Male. Con l’inquisizione, la religione sfruttò le istintive paure dell’uomo, al fine di sottomettere tutte le persone, specialmente quelle di umili origini. La dottrina della vendita delle Indulgenze
Nel 1190 la Chiesa cattolica promulgò la dottrina dell’indulgenza, cioè l’idea che Dio si lasci corrompere dal denaro, per donare meriti spirituali, mediante la possibilità di cancellare le conseguenze di un peccato (detta pena temporale); un dogma totalmente opposto allo spirito originario del Cristianesimo, che ha causato una notevole degenerazione morale della Chiesa e della classe politica italiana.
La cancellazione del peccato, era resa possibile dalla confessione, che tuttavia presupponeva l’espirazione di una pena (digiuni e penitenze di vario genere) che veniva inflitta dalla Chiesa ai fedeli, in conseguenza del perdono dei loro peccati. L'assoluzione non aveva valore se non veniva accompagnata dall'espiazione. Verso il Cinquecento iniziò a diffondersi la pratica di acquistare indulgenze per sé o per le anime del Purgatorio, in modo da accelerare loro il passaggio in Paradiso. In questo modo si affermò l’idea che era possibile con il denaro, corrompere Dio, per ottenere la possibilità di cancellare le conseguenze dei peccati. La riscossione delle somme venne affidata ad una vera e propria banca che rilasciava certificati di indulgenza e stabiliva tariffe variabili a seconda della natura del peccato e della classe sociale del peccatore. La predicazione raggiunse livelli vergognosi.
Nel 1215, il papa Innocenzo III proclama il dogma della Transustanziazione, mediante il quale il pane dell’eucarestia (in seguito ostia) non è più considerato un semplice simbolo della comunione, ma diventa il vero corpo e sangue di Gesù, simbolicamente paragonabile a un sacro pasto pagano sanguinario e cannibalesco. Da un punto di vista psicologico, questo dogma favorisce la manipolazione della mente dei fedeli, in quanto se i preti hanno il potere di trasformare comuni oggetti, nel vero corpo e sangue di Gesù, dimostrano di possedere una capacità divina, per cui nella mente del fedele emerge una forma di timore inconsapevole che suggerisce di sottomettersi a loro. Nel medesimo anno Innocenzo III rese obbligatoria anche la confessione fatta all’orecchio del prete, mentre in precedenza i cristiani offrivano il pentimento a Dio, nella loro interiorità. Anche questa nuova usanza contribuì a rafforzare il legame del fedele con i preti, in quanto furono elevati al rango di confidenti, come nessuno lo era mai stato.
La persecuzione degli ebrei, fomentata dalla Chiesa, inizia dopo Costantino. Durante i primi tre secoli dopo Cristo, gli ebrei erano considerati a tutti gli effetti cittadini dell'impero, godevano di tutti i diritti giuridici.
Nel 338 d.C. furono proibiti i matrimoni misti tra cristiani e giudei (erano considerati alla stregua degli adulteri) e nel 438 d.C. entrò in vigore il Codice teodosiano, mediante il quale si proibiva agli ebrei di costruire sinagoghe, occupare cariche pubbliche e fare proselitismo. Con il Codice di Giustiniano vi furono ulteriori restrizioni per quanto riguardava il possesso degli schiavi e di altri beni immobili.
Alla fine del VI secolo papa Gregorio Magno confermò l’inferiorità giuridica degli ebrei, anche se considerò illegittime le conversioni forzate. La condizione degli ebrei subì un ulteriore peggioramento durante il periodo della prima crociata, in quanto caratterizzata da un forte fanatismo religioso (gli ebrei venivano identificati come infedeli).
Il diritto canonico garantiva protezione agli ebrei, ma la cultura cristiana forniva l’immagine di un popolo che uccideva Dio. La paura dei cristiani nell’Anno Mille è assillata dalle epidemie e dalle carestie, il diavolo è dappertutto e gli ebrei sono considerati parte del mondo del male e del peccato. La comunità cristiana di quegli anni è una popolazione di penitenti che attribuisce ai propri peccati e a quelli degli infedeli la causa delle spaventose calamità.
La Chiesa da una parte si proponeva quale garante dell’ortodossia ebraica ma dall’altra stabiliva con Innocenzo III, che lo stato giuridico degli ebrei doveva essere di perpetua schiavitù. Nel IV Concilio Lateranense del 1215 venne imposto il segno distintivo, che avrebbe contribuito all’idea che il giudeo non è un umano. Con le crociate vennero colpiti anche sul piano economico-sociale, perché a causa del sistema feudale, non potevano più praticare l’agricoltura, in quanto era richiesto un cerimoniale cristiano, al quale non potevano naturalmente sottoporsi.
Nel 1231 Gregorio IX affidò l’Inquisizione ai domenicani che furono particolarmente intolleranti nei confronti degli ebrei, anche se non erano di loro diretta competenza, ma il colpo finale arrivò nel 1555 ad opera del papa Paolo IV che con la sua Bolla "Cum nimis absurdum" istituì formalmente i ghetti. Gli ebrei vengono obbligati a cedere tutti i loro beni, viene loro vietato di esercitare attività commerciali e trattare granaglie, mentre possono vendere cibo in genere e abiti di seconda mano (cioè stracci). Viene loro permessa una sinagoga per città (dentro al ghetto). Tutti i loro libri vengono bruciati e vengono costretti ad indossare, in pubblico, un cappello giallo (simbolo ripreso dai nazisti sotto forma di stella gialla). Possono parlare solo in latino o in italiano e non possono essere chiamati "signore".
Nel giro di pochi mesi furono creati ovunque ghetti (quello di Bologna fu soprannominato Inferno). Inoltre era obbligo di ogni buon cristiano portare via i figli agli ebrei, per battezzarli e condurli sulla via del Signore. La persecuzione andò avanti per molto tempo, ad esempio nel 1823 Leone XII richiude di nuovo gli ebrei nei ghetti e durante la seconda Guerra Mondiale il silenzio del Papato fu più eloquente di una enciclica.
Nel 1229 si rischiava la pene di morte per eresia, se si veniva scoperti a leggere il Vangelo.
I dogmi su cui si fondava ormai la chiesa cattolica, erano abissalmente lontani dal Cristianesimo delle origini, per cui per prudenza e per evitare contestazioni, le autorità religiose decisero di proibire la lettura della Bibbia e dei Vangeli, per cui essere scoperto a leggere questi testi si subiva la condanna a morte per eresia. Ancora oggi la maggioranza dei cattolici ignora che il contenuto dei Vangeli e della Bibbia è in netto contrasto con i principi della Chiesa cattolica
La Chiesa da sempre è stata abile manipolatrice della mente dei fedeli.
Nel 1854 papa Pio IX, riprende il processo di divinizzazione di Maria e proclama un nuovo dogma, quello della Immacolata Concezione (concetto che deriva dalla metafisica greca e dal paganesimo). Da un punto di vista psicologico è noto che l’accentuazione del ruolo delle divinità materne favorisce la regressione dei credenti ad un livello infantili, favorendo così la loro sottomissione all’autorità della chiesa, che non a caso si autodefinisce Santa Madre. Nel 1870, a seguito della caduta definitiva del potere temporale della Chiesa, Pio IX dona ai papi un maniacale privilegio, un’assurda pretesa spirituale e morale, quella dell’infallibilità del papa.
I gerarchi della Chiesa ormai sanno che i fedeli sono stati privati di qualsiasi capacità critica e che sono immunizzati al senso del ridicolo, per cui Pio XII, nel 1950 proclama il dogma dell’Assunzione, affermando che il corpo di Maria è volato verso il cielo.
Alle persone che hanno ancora la capacità ad usare il senso critico, può apparire incomprensibile la credulità dei fedeli, ma da un punto di vista psicologico è noto che è proprio l’assurdità dei dogmi che abitua i fedeli a subire passivamente e ad ubbidire alle panzanate religiose.
L’espresso nel gennaio del 1958 scopre con un’inchiesta di Carlo Falconi che dietro al pontefice vi è un governo ombra, un enorme potere della curia che è concentrato nelle mani di cinque cardinali: Ottaviani, Canali, Micara, Piazza e Pizzardo. Questo governo ombra si chiama Pentagono Vaticano.
Un segno della ricchezza della Chiesa: una organizzazione incomprensibile e irriconoscibile sia da Pietro che da Gesù, la si può comprendere dal fatto che il Vicario di Dio abita in un palazzo con undicimila stanze, possiede Castel Gandolfo e che si veste in modo strano coperto da oro e tessuti preziosi. Un contrasto stridente e difficilmente immaginabili per loro.

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