Gli altri Messia (parte I)
di Antonio Sammartino
18/09/2010
Gesù non è un messia inviato da Dio, ma uno dei tanti che durante quell’epoca affermavano di essere espressione di Dio sulla terra.
In un angolo remoto dell'Impero Romano, un uomo predicava un messaggio di pace, nutriva gli affamati, guariva gli ammalati e resuscitava i morti, i suoi seguaci lo chiamano Dio, il suo nome era: Apollonio di Tiana.
In quel periodo vi erano diversi leader spirituali di movimenti religiosi, in competizione fra loro, che minacciavano la sopravvivenza del cristianesimo.
Duemila anni dopo conosciamo meglio gli altri messia, per scoprire come la storia di Gesù sia molto simile a quella di altre sette religiose.
Quali sono queste religioni tribali? Perché è stato il cristianesimo ad imporsi?
È l'anno 30 a Gerusalemme un uomo di nome Gesù diffonde un vangelo d'amore e comprensione, ha solo pochi proseliti, ma duemila anni dopo la sua è diventata la religione più seguita nel mondo con oltre due miliardi di fedeli.
Al tempo della presunta esistenza di Gesù, esistevano molti movimenti religiosi con messaggi pressoché identici. Il mondo greco-romano è popolato da molte sedicenti divinità che muoiono, resuscitano e affermano di compiere miracoli.
Durante quell’epoca Roma domina la maggior parte del mondo conosciuto, un cocktail di diverse culture, religioni e divinità, profeti, messia e figli di Dio, rivali fra loro. Gli Dei della mitologia romana: Giove Marte e Venere si scontrano con divinità alternative che arrivano dalla Persia, dall'Egitto e da Israele. Vi sono diversi predicatori di nuove verità spirituali che compiono miracoli, sorgono nuove figure religiose alcune raccontano di essere nati da vergini, altri celebrano fasti sacramentali, altri ancora si dice siano resuscitati. Molte di queste religioni erano più popolari della nuova fede cristiana. Alcuni hanno protettori potenti e leader carismatici. Si ritiene che Apollonio di Tiana sia stato uno dei rivali di Gesù, un uomo dal profilo incredibilmente simile.
Le storie della sua vita e i suoi insegnamenti sono stranamente simili a quelli di Gesù.
Apollonio era un filosofo, un guaritore esorcista che camminava a piedi nudi ed aveva centinaia di seguaci, dagli intellettuali greci alla nobiltà persiana. Nasce approssimativamente nello stesso periodo di Gesù, nella attuale Turchia. Come nel racconto biblico della natività di Gesù, la sua nascita miracolosa viene annunciata alla madre da Dio, predica la pace e l'amore, guarisce le malattie e le ferite, resuscita i morti, predica il rispetto per le diverse divinità dell'Impero Romano. Si racconta che un Senatore romano piangeva la morte della figlia ed Apollonio la riportò in vita otto giorni dopo che è morta. Secondo i suoi biografi, Apollonio, visse fino a tarda età, non morì in quanto fu chiamato in cielo da un coro celeste.
Diversi storici ritengono che le storie di Gesù sono state modellate su quelle di Apollonio di Tiana.
Malgrado i suoi successi Apollonio non ebbe l’ampio seguito di Gesù di Nazareth, in quanto si rivolgeva a una minoranza costituita dalle classi più colte del mondo romano, mentre Il cristianesimo trova numerosi adepti soprattutto nelle masse di poveri che popolano l'impero. Inoltre Apollonio non poté contare sul sostegno di una comunità organizzata, in grado di formare una struttura come invece si verificò con Gesù.
Alcuni studiosi ritengono che Apollonio sia stato dimenticato non per il suo credo, ma perché osteggiato dalla Chiesa Cristiana, in quanto la sua storia era troppo simile a quella di Gesù.
Pochi secoli dopo la sua nascita Apollonio è ormai dimenticato e senza seguaci, ma nello stesso periodo entra in scena un altro temibile rivale un religioso e uomo di spettacolo che minaccia di eclissare il messaggio di Gesù. Si definiva l'incarnazione dello spirito santo ed era conosciuto con il nome di Simon Mago. Nacse in Samaria, regione confinante con la Giudea, ma viaggia, predica e pratica la magia, dall'Egitto a Roma. E’ talmente potente da essere ricordato nella Bibbia dove viene descritto negli atti degli apostoli:
“V'era in città un tale di nome Simone dedito alla magia che mandava un visibilio, il popolo tutti gli davano ascolto, sostenendo questi è la grande potenza di Dio”.
La raffigurazione negativa che il Nuovo Testamento fornisce di Simon Mago è la prova che era considerato un rivale di Gesù.
I seguaci di Simone credevano che fosse il Messia, ma Simone sosteneva di incarnare il potere di Dio (cioè la forma maschile del Messia), mentre il pensiero di Dio (o il Messia femminile) era una donna di nome Elena, che proveniva da una casa di prostitute, e con la sua redenzione simboleggiava il fatto che chiunque poteva redimersi, essere salvato ed illuminarsi di gioia, grazie alla vicinanza con il Signore.
Il seguito di Simone cresce e si espande dalla Samaria alle Fenicia fino a Roma. Sebbene possa contare su molti proseliti Simone riconosce il crescente potere del cristianesimo e cerca di accreditarsi, presso di loro. Infatti, si racconta che poco dopo la morte di Gesù, l'Apostolo Pietro mentre predicava ad un gruppo di fedeli invocando lo spirito santo e quindi la sua trasmissione, sopraggiunse anche Simone e alcuni suoi seguaci, che si unirono agli spettatori.
Il Nuovo Testamento descrive cosa accade:
“Simone vedendo ciò offrì loro del denaro dicendo date anche a me questo potere” (atti degli Apostoli capitolo 8 versi 18 e 19).
Pietro rimproverò Simone, per aver cercato di comprare una grazia e gettò i denari per terra dicendo che non poteva comprare i doni del Signore, come se fossero oggetti, sei un peccatore e anche blasfemo. L'episodio portò alla nascita della parola Simonia, ovvero il peccato di comprare i benefici spirituali. Il conflitto tra Pietro e Simone raggiunge il culmine in un libro chiamato: Gli atti di Pietro, scritto nel secondo secolo dopo cristo.
Nel libro Simone e Pietro si sfidano a compiere una serie di miracoli:
Simone dichiara che può provare di essere più potente di Gesù.
Pietro, rispose: “Nessuno è più potente di Gesù”.
Simone sfida Pietro, affermando che ascenderà al cielo. Dopo di che Simone inizia a sollevarsi.
Gli atti di Pietro descrivono la scena: “per meraviglia di improvviso si innalzò verso il cielo senza sforzo”.
La folla sbalordita si rivolge a Pietro, che alza le mani in preghiera invocando Gesù affinché riporti a terra Simone. La preghiera di Pietro riuscì nel suo intento.
Gli atti di Pietro descrivono i risultati: “Cadde dall'alto e si ruppe le gambe in tre punti, allora la folla gli scagliò contro le pietre, rientrarono in casa e da quel momento in poi credettero a Pietro”.
Secondo gli atti di Pietro, Simon Mago perse i suoi fedeli in quel preciso momento. Tuttavia, fino al 300 Simon Mago poté contare su molti adepti in Siria, Egitto e Roma che lo veneravano come Dio e salvatore. Uno dei primi autori cristiani riporta che l'Imperatore Claudio gli dedicò una statua con l'iscrizione: “A Simone il Sacro Dio”. Solo dopo la conversione al cristianesimo dell'Imperatore Romano Costantino trecento anni dopo la morte di Gesù, le chiese di Simone iniziano a scomparire. Oggi sono in pochi a conoscere Simon Mago probabilmente quello che sanno viene dalla Bibbia, forse per questo motivo che Simon Mago ha perso il confronto con il cristianesimo.
Nell'anno 30 Gesù di Nazareth conta un ampio seguito di fedeli a Gerusalemme e in tutta la Terra Santa predica un vangelo di pace e comprensione alcuni proseliti cominciano a chiamarlo “figlio di Dio”.
Il problema è che esisteva già un figlio di Dio, il suo nome era Tiberio, Imperatore di Roma, che regnava su un gigantesco impero, di cui Gerusalemme è solo una piccola parte. Quando anche Gesù viene chiamato dai suoi seguaci figlio di Dio, entra in rotta di collisione con il più potente impero mai esistito sulla terra.
Il mondo romano riconosceva molti Dei (nei grandi templi di Roma i fedeli offrono sacrifici a Giove, Venere o Marte), ma in tutto l'Impero molti luoghi erano dedicati al culto dell'Imperatore. Con la venerazione dell'Imperatore romano i popoli di tutto l'impero, celebravano la pace e la prosperità che Roma aveva portato a loro. L'Imperatore veniva chiamato Dio, figlio di Dio, Signore, Redentore. I medesimi appellativi venivano ora rivolti dai primi cristiani anche a Gesù di Nazareth. Chiamare Gesù figlio di Dio, titolo riservato all'Imperatore, si commetteva un crimine contro l'Impero. Roma reagisce velocemente: Gesù viene giustiziato mediante crocifissione, la pena romana generalmente riservata agli assassini o ai traditori, come messaggio simbolico e avvertimento pubblico: l'Imperatore punisce i “figli di Dio” suoi rivali con la morte, ma la crocefissione di Gesù non ferma il suo messaggio, in quanto diventa un punto di forza per il crescente movimento cristiano.
Cento anni dopo la morte di Gesù è ancora prevalente la venerazione dell'Imperatore, ma il movimento cristiano si è ormai radicato a Roma nel cuore dell'Impero.
Fonte: National Geographic