Trascuratezza Infantile
di Antonio Sammartino
21/07/2020
Le cure che i bambini ricevono dai genitori sono alla base del loro equilibrio emotivo, sociale e interpersonale. La qualità delle relazioni che essi saranno in grado di instaurare con gli altri è influenzata dalle esperienze e cura della loro infanzia.
La trascuratezza infantile è definita come l’incapacità del Caregiver di rispondere ai bisogni del bambino a livello emotivo e fisico. Purtroppo per diversi genitori, i figli sono un bisogno o un desiderio, piuttosto che l’espressione dell’amore, per cui nel privilegiare i loro bisogni, ignorano quelli del bambino. In questi casi le risposte genitoriali sono imprevedibili.
Il fallimento delle risposte genitoriali ai bisogni del bambino, potrebbe anche derivare da una non corretta interpretazione delle informazioni sensoriali affettive e dal privilegiare le informazioni dei processi cognitivi.
È l’amore che determina il cervello del bambino, sono le emozioni non espresse che angosciano l’individuo. I disagi psicologici non sono il reale problema di un individuo, ma il tentativo disfunzionale di risolvere un problema esistenziale, la cui origine è generalmente da ricercare nella carenza d’affetto. Infatti ciò che maggiormente terrorizza un bambino è il timore di non essere amato, l’abbandono è l’inferno che teme, con il timore dell’abbandono si attenua nella sua mente il controllo degli impulsi ed esplode la rabbia, con la rabbia può emergere il desiderio della vendetta, che potrebbe generare un senso di colpa nei confronti dei genitori, indotto dal conflitto odio-amore. Un’altissima percentuale dei disagi che manifestano gli individui in terapia, si originano nel periodo della prima infanzia, per effetto della Deprivazione Affettiva (mancanza d'affetto, con presenza di cure genitoriali), indotta da una persistente carenza di rassicurazioni, di contatto fisico, di carezze, di empatia o protezione da parte dei genitori, nei confronti dei figli. A seguito di ciò il bambino acquisisce la convinzione di non meritare affetto, si percepisce non amato, ma non è in grado di descrivere questa sua sensazione. La sua maggiore frustrazione sarà quella di avere un bisogno, ma di non sapere quale è effettivamente. La sensazione di essere indesiderati, crea in lui un vuoto che lo avvolge. Crescendo con questa sensazione, potrebbe sviluppare, un Attaccamento Ansioso, che potrebbe spingerlo a ricercare quell’amore assoluto di cui ha bisogno. Lo cercherà incondizionatamente ovunque, nei rapporti di amicizia, nell’amore sensuale e sessuale, ecc.
Fino ad un recente passato, si era convinti che la trascuratezza, la deprivazione affettiva, il non essere voluto dai genitori, potevano causare danni solo alla personalità e al carattere. Recenti ricerche hanno invece dimostrato che una precoce carenza affettiva costituisce un trauma per il bambino e causa danni nella Corteccia Prefrontale e in modo particolare nei circuiti neuronali relativi al pensiero, alla logica e alla pianificazione, riduce la capacità di astrazione, di coordinazione e di pianificazione del futuro. Inoltre altera i circuiti neurormonali inibitori, attenuando così il controllo degli impulsi e la capacità repressiva.
Il cervello di un bambino amato è molto diverso da quello di uno non amato. Infatti, l’amore e l’affetto dei genitori incrementano nel bambino il livello dell’Ossitocina, della Vasopressina e della Serotonina (gli ormoni dell’amore), aiutano a sopprimere eventuali sofferenze e potenziano i neurotrasmettitori che favoriscono o bloccano il trasporto delle emozioni, che aprono o chiudono le porte ai sentimenti, mentre un trauma può inibire la secrezione della Dopamina (farmaco del benessere) necessaria per favorire la crescita dei neuroni fronto-corticali. La carenza affettiva quindi, nei primi anni di vita, dovuta ad una insufficiente stimolazione o interazione emotiva tra genitori e figli, favorisce la potatura dei neuroni corticali, compromettendo così anche la capacità dei bambini di poter gestire i futuri eventi che causano stress. Ciò significa che sono gli eventi del mondo esterno e l’amore dei genitori che condizionando l’espressione genica, determinano la crescita della Corteccia, che a sua volta influisce sul modo in cui l’individuo percepisce la realtà e determina il suo modo di pensare. Per questi motivi, un bambino amato, è intellettualmente più brillante.
Un genitore che accudisce il figlio, contribuisce alla formazione del suo sistema nervoso e lo aiuta a sviluppare la capacità a costruire in età adulta, più solide relazioni affettive, evitando di trasformarlo in un individuo inquieto, incapace di sentirsi a proprio agio con se stesso. L’amore quindi, non è semplicemente una parola usata dai poeti, ma è l’espressione di un sentimento che non necessita di parole e che determina il modo di relazionarsi, pensare ed agire dell’adulto.
Semplificando si può affermare che la Corteccia rappresenta la coscienza, il Sistema Limbico traduce gli istinti in sentimenti e li invia alla corteccia frontale, mentre il Tronco Encefalico controlla gli istinti e le funzioni automatiche che consentono la sopravvivenza. Il paradosso è che la parte più evoluta del cervello, sede del pensiero astratto e dei concetti, non conosce la parte meno evoluta (quella che conferisce significato ai sentimenti), per cui spesso è costretta a indovinare i sentimenti, per questo motivo diverse volte sbaglia.
I traumi della prima infanzia sono determinanti in quanto alterano il Tronco Encefalico e il Sistema Limbico, solo successivamente, con lo sviluppo della neocorteccia coinvolgono anche i processi del pensiero. Quindi, agendo solo sulla Corteccia Frontale non è possibile ottenere profondi cambiamenti, per cui il solo esame del comportamento e dei sintomi è inefficace, anche se la loro comprensione è utile. Per questi motivi la razionalizzazione dei sentimenti è inutile e la semplice analisi dei sogni non è sufficiente, ma occorre cercare di individuare i sentimenti all’interno del sogno.
Compito della Corteccia Orbitofrontale (in cui ha sede anche l’ambizione) è di elaborare le informazioni provenienti dal mondo esterno e di integrarle con la memoria e la storia personale dell’individuo, al fine di determinare la consapevolezza (che è cosa diversa dalla coscienza) e gestire la comprensione e la riflessione. In altri termini, costituisce un meccanismo automatico che può inibire gli impulsi ad agire, per questo motivo quando si verifica un danno in questa area causato dalla mancanza d'amore, nell’individuo si rileva inquietudine, mancanza di inibizione, iperattività e facile distraibilità.
Il Talamo e L’Ippocampo insieme sono la PORTA della COSCIENZA.
Il Talamo è uno dei principali protagonisti del trauma infantile. Costituisce un'importante struttura neuronale del sistema limbico, in quanto consente di integrare i sentimenti prima di trasferirli alla corteccia frontale dove gli viene associato il contesto e uno specifico significato.
Il Talamo, con il supporto dell’Ippocampo, consente di fornire il significato ad uno stimolo affettivo (ad esempio, non sono amato dai miei genitori), inoltre trasmette il bisogno di soddisfazione. Se il sentimento di Deprivazione Affettiva è troppo intenso, uno stimolo affettivo può essere respinto nell’inconscio e riflesso nella coscienza, rendendo così il bambino, nervoso, triste, ansioso e ossessionato. Ciò accade in quanto il Talamo è quasi perfettamente funzionante fin dalla quattordicesima settimana di gravidanza, mentre la Corteccia, nei bambini, non è sufficientemente sviluppata per attribuire un significato alla Deprivazione affettiva, per cui le emozioni e le sensazioni prodotte da quel trauma gli appaino prive di significato.
Danni al Talamo, possono compromettere il funzionamento delle barriere corticali, per cui l’individuo non riesce più a pensare in modo efficiente, in quanto la sua mente è in preda alla confusione.
Il talamo trasmette gli impulsi sensitivi dai ricevitori situati in varie parti del corpo alla corteccia cerebrale. Un impulso sensitivo viaggia dalla superficie dell'organismo verso il talamo, che la riceve come sensazione. Questa sensazione poi è passata sulla corteccia cerebrale per l'interpretazione come il tocco, il dolore o temperatura. Il talamo agisce da porta, filtrando quali informazioni dai vari canali, possono essere trasmesse per l’elaborazione. Specifici neuroni talamici modulano il trasferimento informativo impiegando specifici modi. Inoltre è fondamentale per la percezione, perché il 98% degli input sensoriali è trasmesso dal talamo. Le sole informazioni sensitive che non sono trasmesse dal talamo nella corteccia cerebrale, sono quelle relative all'informazione dell’olfatto.