Esperienza dell'Allattamento
di Antonio Sammartino
02/08/2020
L’allattamento al seno è la prima forma di comunicazione in grado di condizionare le successive esperienze comunicative e relazionali. Non si tratta semplicemente di offrire del latte ma di creare un legame (Winnicott)
Secondo Stern, la fame per un neonato è un’esperienza sconvolgente, una tempesta per il suo sistema nervoso, un caos che produce una disorganizzazione nel comportamento del bambino. La sensazione della fame, che inizia debolmente per poi crescere in modo rapido, causa nel bambino un senso di irritabilità che coinvolge l’attenzione, le emozioni, l’eccitazione, le percezioni. Il bambino agita le gambe e le braccia, i respiri si fanno più brevi, frequenti ed irregolari. L’aumento della fame si localizza, i crampi lo spingono verso un pianto disperato che consiste in rapide e profonde inspirazioni ansanti (risucchio) e in lunghe espirazioni accompagnate da strilli che si prolungano fino alla fine dell’espirazione.
Le possenti espirazioni del pianto, sono importanti in quanto riportano nel bambino, un coordinamento nel comportamento, un momentaneo sollievo alla sofferenza. Nella loro globalità, queste manifestazioni consentono al bambino, di mettersi in contatto con il mondo esterno, manifestando ai genitori il proprio disagio al fine di ottenere una risposta e di controllare il mondo interno, modulando l’intensità della fame.
Quando la mamma finalmente arriva, lo prende in braccio ed inizia a parlargli, non importa cosa dice, fondamentale è l’intonazione perché serve a tranquillizzare. Se il bambino è troppo agitato potrebbe non riuscire ad attaccarsi al seno. All’inizio, per calmarlo, il ritmo deve essere più veloce di quello degli strilli del bambino, successivamente lo deve ridurre al fine di ricondurlo in uno stato di minore eccitazione. Nel prenderlo in braccio la mamma lo appoggia contro il suo petto, mentre con l’altra mano si sbottona la camicetta, quindi lo mette in una posizione orizzontale per farlo mangiare e nello stesso tempo lo accarezza e lo rassicura.
Questi semplici gesti cambiano radicalmente il mondo del neonato, creando intorno a lui un guscio protettivo, in quanto l’abbraccio (torace contro torace, in posizione eretta) è la più possente forma di rassicurazione fisica per l’individuo, quando è eccitato e in preda allo sconforto. Forse il bisogno dell’adulto, di essere abbracciati quando si è soli, tristi e insicuri, nasce da questo tipo di esperienza.
Successivamente la mamma lo attacca al seno e il bambino dopo aver trovato il capezzolo si mette avidamente a succhiare.
Nulla deve distrarre il bambino e la madre dovrebbe limitarsi a guardarlo in silenzio e con atteggiamento sereno, al fine di trasmettere al figlio sicurezza e tranquillità. Dopo un po’ il ritmo della suzione assume un andamento più lento e il bambino inizia a guardare il viso della mamma e nel suo mondo interno, tutto si trasforma.
Il latte ingerito, invia segnali biochimici allo stomaco, che attraverso il sangue, ritrasmette l’informazione al cervello, riducendo così l’attività del centro della fame, mentre il volume di latte presente nello stomaco segnala al cervello del bambino che è stata superata la fase acuta (nella prima fase il neonato pensa solo a nutrirsi), per cui il bambino può succhiare e nello stesso tempo comunicare, mostrando piacere nel relazionarsi con la madre.
Trascorso un certo tempo, generalmente il bambino smette di sorridere, in quanto non è più disponibile all’attività ludica. Per la mamma questo è il segnale per riprendere la poppata. La madre, smettendo di giocare segnala al bambino, con una espressione quasi seria del volto, che è ora di riprendere a nutrirsi. Questo tipo di esperienza: l’arrivo della mamma, i cambi di posizione, la relazione, lo scambio di messaggi non verbali ripetuti nel tempo, consentono al bambino di crearsi le prime aspettative.
Cosa accade nel mondo interno del bambino se la madre, mentre lo allatta svolge altre attività, parla al telefono, litiga con il partner, guarda la televisione, gira per casa, ecc., oppure se l’espressione del suo volto è sempre triste?
L’esperienza si trasforma per il bambino in una relazione disorganizzata e caotica, rendendo impossibile qualsiasi tipo di sintonizzazione relazionale tra la madre e il figlio. E’ importante che il pasto avvenga in un clima calmo e rilassato, in cui fondamentale è anche la continuità e la qualità del livello di comunicazione che la mamma crea con il proprio bambino, in quanto esiste una importante relazione che perdurerà nel tempo, tra il ciclo di appagamento-piacere-attenzione e la presenza della mamma e delle sue azioni, che il bambino utilizzerà per costruire un’immagine ideale della madre, che funzionerà da prototipo per quello che si attenderà da adulto dalle persone amate.