La mente spezzata
di Antonio Sammartino
07/08/2019
Cosa accade nella mente di un bambino quando due genitori si separano?
Per motivi diversi, non è facile rispondere a questa domanda, forse perché in genere si crede che i bambini non possono provare ansie, angosce, preoccupazioni. Un fatto certo è che, in questi casi, la mente del bambino si modifica, emerge dal suo mondo interno, un intollerabile dolore nel vedere soffrire i propri genitori e sé stesso.
Un bambino spesso non è consapevole della natura delle sue sofferenze psichiche, per cui non è facile comprendere cosa accade nella sua mente, specialmente quando i comportamenti non sono prodotti dalle parole. Per sopravvivere, potrebbe anche inconsapevolmente congelare la sua sofferenza, perché il dolore che prova è intollerabile per la sua mente.
Nella mente di un bambino possono nascere sentimenti di amore, conflitti, angosce, frustrazioni, sia a seguito di eventi che accadono nel mondo esterno, sia in risposta ad eventi, prodotti dalla sua immaginazione che si verificano nel suo mondo interno, cioè nella sua mente.
Questi tipi di conflitti possono nascere, per esempio, quando un bambino manifesta sentimenti aggressivi nei confronti di una persona (il genitore) per la quale prova anche sentimenti di amore. Questo conflitto genera nel bambino la paura di aver arrecato un danno alla persona che ama, che in risposta non sarà più amorevole nei suoi confronti.
Il bambino, nel tentativo di riparare ai danni che la sua immaginazione ha causato nei confronti della persona che ama, cerca di evitare i pensieri che gli procurano quel malessere, limitando il funzionamento della sua mente, per evitare che il suo pensare, lo esponga ai pericoli della sua immaginazione. L’attivazione di questo meccanismo di difesa, si traduce in una inibizione della capacità di apprendere e quindi in limitazioni intellettive, che possono causare un disfunzionamento nelle sue competenze.
Disperato è un bambino che dopo aver assistito per molto tempo ai frequenti litigi all’interno della famiglia, scopre all’improvviso che i suoi genitori hanno deciso di separarsi. Entrambi i genitori ora sono diversi, la mamma è triste, dice che è colpa del papà che se ne andato, ci ha abbandonato, ci ha lasciati soli.
Inconsapevolmente Disperato pensa, ora sono da solo a voler bene alla mia mamma, devo stare dalla sua parte, devo difenderla, papà è cattivo a farla soffrire… ma papà mi manca tanto, Io gli voglio bene e vorrei vederlo più spesso, ma non posso dirlo alla mamma perché potrebbe sentirsi tradita anche da me, non posso tradirla, mi devo occupare di lei. Non so cosa fare, non riesco a pensare ad altro, neppure quando sono a scuola, per questo sono sempre distratto ed il mio rendimento è diminuito.
Per un bambino non è facile uscire con un genitore, lasciando l’altro solo a casa, a volte non è sereno perché è convito, che la sua scelta, rende triste e solo il genitore con cui convive. Spesso i genitori manifestano il medesimo stato emotivo e interesse nei confronti del figlio, solo quando ha problemi di salute ed insieme giustamente lo coccolano. Il bambino a volte potrebbe ammalarsi per poter rivedere ancora insieme i due genitori che si prendono cura di lui, quasi certamente, in queste circostanze, il papà aumenta anche la frequenza delle visite, ed insieme alla ex moglie, si siedono e parlano del figlio.
Potrebbero essere molte le circostanze in cui gli atteggiamenti discutibili dei figli possono determinare un riavvicinamento dei genitori, è questo il bambino lo capisce e spesso attua certi comportamenti, nella speranza che ciò possa farli ricongiungere.
La rottura dei legami sentimentali in una coppia, che si conclude con la separazione, può far emergere nella mente di un bambino anche un sentimento di odio, in quanto la sua esistenza all’improvviso si è complicata. Inoltre, il bambino potrebbe inconsapevolmente pensare, se loro che si amavano si sono lasciati, chi mi dice che non lasceranno anche me? Chi mi proteggerà?
Nella mente di un bambino possono nascere sentimenti di amore, conflitti, angosce, frustrazioni, sia a seguito di eventi che accadono nel mondo esterno, sia in risposta ad eventi, prodotti dalla sua immaginazione che si verificano nel suo mondo interno (cioè, nella sua mente).
Questi tipi di conflitti possono nascere, ad esempio, quando un bambino manifesta sentimenti aggressivi nei confronti di una persona per la quale prova anche sentimenti di amore.
In questo caso il conflitto genera nel bambino la paura di aver arrecato un danno alla persona che ama, che in risposta non sarà più amorevole nei suoi confronti. Il bambino, nel tentativo di riparare ai danni che la sua immaginazione ha causato nei confronti della persona che ama, cerca di evitare i pensieri che gli procurano quel malessere, limitando il funzionamento della sua mente, per evitare che il suo pensare, lo esponga ai pericoli della sua immaginazione. L’attivazione di questo meccanismo di difesa, si traduce in una inibizione della capacità di apprendere e quindi in limitazioni intellettive, che potrebbero causare un disfunzionamento nelle sue competenze.
Come è possibile distinguere nei bambini una paura che è una normale reazione di adattamento alle circostanze, rispetto ad una condizione disfunzionale che si manifesta sotto forma di ansia, fobia.
Anche se in generale, la paura si differenzia dall’ansia, in funzione dell’obiettività del pericolo, questa differenziazione non può essere applicata nei bambini, in quanto non sono ancora in grado di distinguere il reale dall’immaginario, per cui diventa importante acquisire la sensibilità a valutare l’intensità con cui si manifesta, la sua durata nel tempo e la frequenza con la quale si verifica.
I disturbi d’ansia nei bambini sono molto diffusi, tuttavia non bisogna confondere una semplice inquietudine, che è parte di un normale processo di sviluppo emotivo, da una condizione patologica.
Durante il periodo di sviluppo quasi tutti i bambini manifestano diverse paure tipiche, che sono da considerare normali, in quanto dovute allo sviluppo del sistema nervoso. Ad esempio nel periodo in cui il bambino stabilisce un forte legame emotivo con la madre (fra i sei e i dodici mesi), la presenza di una persona sconosciuta potrebbe allarmare il bambino e indurlo a piangere e a stringersi alla madre, fra i due e i quattro anni è comune la paura degli animali o di oggetti non comuni, mentre fra i quattro e i sei anni è comune la paura del buio, delle creature immaginarie.
Generalmente in questi casi, poiché è evidente il legame fra l’oggetto e la paura, è sufficiente che il genitore rassicuri il bambino, aiutandolo a trovare le giuste risposte su come affrontare queste piccole insidie.
Tuttavia, in alcuni casi i bambini presentano paure diverse che il genitore non riesce ad attenuare in quanto non è in grado di individuarne la causa o cerca spiegazioni addossando la colpa ad altri.
Ad esempio, se un bambino la mattina prima di andare a scuola, manifesta forti reazioni emotive, piange, si dispera, vomita, implora di restare a casa con il genitore con cui convive, appare inconsolabile, quasi certamente sente il bisogno di controllare la sua principale figura di accudimento, in genere la madre. La sua principale paura è quella di essere abbandonato, di restare da solo, teme che la madre possa sparire e non tornare più. Per i bambini piccoli, se non rassicurati, l'assenza equivale alla perdita.
Fin dalla nascita si stabilisce fra il bambino e la madre una forte relazione di dipendenza reciproca. Per il bambino è un problema di sopravvivenza, mentre per la madre, il figlio è il suo prevalente oggetto d’amore.
L’essere troppo presenti e premurosi in una relazione comporta il rischio di trasformarla da protettiva in soffocante e di seminare sofferenza, in quanto si invade lo spazio vitale dell’altro, dandogli la sensazione di essere imbrigliato in una rete da cui è impossibile uscire. Quest’atteggiamento, se non viene contenuto entro limiti ragionevoli, trasforma un sentimento affettivo in una relazione dannosa. In genere, chi usa questa modalità non si rende conto dei danni che causa, anzi pensa che gli altri siano degli ingrati.
Un bambino quando, in età precoce, è costretto dalle circostanze a diventare adulto per dare un sostegno ai suoi genitori, vive un profondo squilibrio relazionale.