Il senso dell’intimità
di Antonio Sammartino
09/03/2000
Una serie di profondi cambiamenti, basati sul potenziale spazio di emancipazione e libertà della donna, hanno travolto i rapporti affettivi, la sessualità, le relazioni e il matrimonio. Infatti l’idea della famiglia, fondata sulla riproduzione e l’amore assoluto, a prescindere dal riconoscimento dei bisogni sociali ed emotivi, è una idiozia che ormai alimenta solo le disumane crociate dei gerarchi della Chiesa e dei suoi servi politici, nell’estremo e disperato tentativo di difendere un ideale che ormai non esiste più.
I valori moderni su cui si basa il legame di coppia non sono, come sostiene la Chiesa, un fenomeno di decadimento o disgregazione sociale, ma delinea al contrario, l’emergere di una nuova e più umana moralità, un diverso tipo di legame basato sull’emancipazione dei sentimenti, sulla fiducia, sulla condivisione democratica dell’intimità e della comunicazione emozionale, in grado di distruggere i nefasti miti dell’amore assoluto, basato sui ruoli tradizionali di un potere arbitrario, che esercita coercizione e violenza fisica o psicologica.
L’aspetto torbido e distruttivo dell’amore fatale e assoluto è che crea l’illusione di amare una persona reale, mentre in realtà ha solo l’effetto di annientare i sentimenti, in quanto scatena una sfrenata immaginazione, una crudele logica che crea vuoti interiori, che infliggono intollerabili sofferenze emotive, per cui quest’amore, si trasforma inevitabilmente in schiavitù e morte dei sentimenti.
L’intimità dipende dalla corretta percezione di se stessi.
Il timore di fidarsi, di essere abbandonati, di perdere la propria individualità, di essere vulnerabili nella propria fragilità, sono i principali motivi per cui alcune persone evitano le relazioni intime. Quindi, l’indispensabile condizione per favorire l’intimità in una relazione, è di percepirsi forniti di una solida identità personale, in modo da poter entrare in relazione senza perdere la propria individualità o dissolversi nell’altro, in quanto individualità e capacità di amare sono indissolubilmente legate, perché in una relazione, l'identità personale e l'unità di coppia favoriscono l’intimità, nel rispetto dell’unicità dell’altro, in un rapporto basato sulla capacità di essere presenti nell’altro.
La repressione della sessualità è fonte di perversione e morte dell’intimità
L’intimità non può essere considerata solo un fattore psichico, un qualcosa di scontato che nasce dal volersi bene, ma è un aspetto fondamentale della relazione di coppia, in grado di tradursi in comportamenti concreti, che richiedono impegno reciproco, riflessione e capacità di saper comunicare i valori personali, dove il parlare è confidenza e la capacità ad ascoltare è disponibilità verso l’altro, cioè un fondamentale aspetto della relazione che può essere migliorato con il trascorrere del tempo, in modo da favorire l’evolversi dell’affettività. L’intimità è quindi anche un legame di affetto, di fiducia, di attenzioni reciproche e di scambio non difensivo, davanti agli eventi emotivamente significativi.
Affinché ciò possa accadere è importante che all’interno della relazione di coppia, non vi sia costrizione e controllo, ma un clima di fiducia e serena libertà, nella consapevolezza che nello spazio di condivisione della relazione, ognuno può conservare una propria individualità che può fondersi, ma mai confondersi nell’altro. Ciò significa acquisire la capacità a saper rispettare i sentimenti dell’altro, i gusti, le preferenze, le sensibilità, i bisogni e le aspettative, la storia del vissuto individuale, ecc., in quanto nucleo centrale dell’individualità.
Amarsi significa quindi saper trasformare, l’attenuarsi inevitabile del fuoco della passione, in condivisione e capacità ad entrare in intimità con l’altro, rispettando sé stessi e l’unicità del partner. Non significa percepire e sentire allo stesso modo, ma sviluppare la capacità a liberare la propria individualità, al fine di poter arricchire la relazione con due diverse sensibilità, in modo da poter accettare e tollerare i reciproci limiti personali di fragilità e vulnerabilità, consentendo all’altro di vederci per quello che siamo. Ciò consente di evitare di doverci impegnare ad apparire perfetti e adeguati alle circostanze, in modo da poter meglio sopportare il sentirsi vulnerabili ed esposti al rischio del rifiuto. Ciò consente inoltre, di favorire il senso della solidarietà e l’accettazione di quel necessario aiuto in grado di favorire il superamento dei limiti personali e la valorizzazione delle potenzialità individuali, in grado di alimentare e favorire gli atteggiamenti positivi, evitare la competizione basata sull’egoismo ed acquisire la capacità a saper tollerare e perdonare gli errori dell’altro.
La coppia entra in crisi gradualmente, in quanto ciascun partner da tempo vive isolato in un suo mondo, in quanto entrambi hanno smarrito il senso dell’intimità e quindi la capacità a voler comunicare. Ciò contribuisce a creare fra loro, un distacco emotivo che annulla quello spazio di condivisione dei pensieri, delle sensazioni e persino delle banali preoccupazioni del vivere quotidiano. Questo distacco emotivo, può compromettere la dimensione relazionale-emotiva, per cui lo stare insieme si limita solo ad un rapporto puramente cognitivo, senza alcuna interazione emozionale in grado di creare esperienze di intimità emotiva e sessuale.
Questa condizione può contribuire a creare uno spazio relazionale in cui potrebbero inserirsi relazioni o avventure extraconiugali, che potrebbero rendere consapevoli e far emergere la fragilità affettiva della coppia, che inconsapevolmente attiva un meccanismo per cui, ogni azione che implica intimità e vicinanza affettiva, scatena un vortice di ansia, senso di colpa, rabbia e risentimento che compromettono la possibilità di poter vivere un appagante e soddisfacente rapporto relazionale ed affettivo, che inibisce la vicinanza emotiva e promuove quella forma di timore condiviso di abbassare le barriere, al fine di evitare di rendersi vulnerabili agli occhi dell’altro, per cui emergono le banali giustificazioni del, è troppo difficile, tu non sei più quello di prima per questo non riusciamo più a capirci, ecc.
Intimità è prendersi cura dell’altro e della relazione, scoprire attraverso la sessualità la possibilità di emozionarsi insieme, cercando di evitare la ricerca del piacere come prerogativa individuale. Una coppia che non possiede il senso dell’intimità ha difficolta a vivere la relazione, per cui spesso i tentativi di avvicinamento emotivo, per futili motivi, si trasformano incomprensibilmente in litigi. Il timore dell’intimità, impedisce ad entrambi di esprimere richieste, inibisce le fantasie erotiche, per cui diventano incapaci di costruire nuovi scenari, mediante i quali esprimere i loro desideri.
Una delle principali cause che complica il sorgere dell’intimità è la dipendenza da religione. L’abuso religioso, in quanto dipendenza, impone alla mente l’uso esclusivo di un sistema di rigide credenze, basate su strumenti di colpevolezza, vergogna e paura, il cui fine è di indicare che esiste una unica e giusta via, che deve essere anche propagata agli altri, per cui il credente abusato, si trasforma in abusatore verso coloro che non soddisfano pienamente alle loro rigide convinzioni. Inoltre, la religione rafforza nell’abusato, l’idea di una visione idilliaca di un dio, che dall’esterno dell’individuo, tutto può sistemare, per cui gli abusati si rinchiudono in un rigido ed intollerante utopico stato di purezza e perfezionismo.
La conseguenza di questa dipendenza è che il senso dell’intimità e della sessualità, concepiti come un qualcosa di sporco e peccaminoso, vengono inconsapevolmente repressi, per evitare le ire di un dio che si impone come giudice arrabbiato.
L’abusato religioso, vivendo nel terrore del peccato, lotta per restare su quella che crede essere l’unica giusta via, entrando così in un circolo vizioso che lo spinge verso una falsa perfezione, per cui finiscono per sentirsi non-amati, senza senso e colmi di paura e vergogna, precludendosi così la possibilità di raggiungere un più ragionevole obiettivo, in quanto si ubriacano con l’idea di essere salvati da qualcuno, per cui non tollerano chi dissente ed esprimono solo giudizi.
L’aspetto nefasto di ciò non è nella religione in sé, ma nel fondamentalismo religioso, il cui unico obiettivo e di usare la minaccia del peccato, per tentare di rubare la mente degli individui ed imporre un’ideale dell’amore assoluto, in cui la sessualità e l’intimità sono impulsi da reprimere.