L’amore nasce da ricordi ancestrali
di Antonio Sammartino
09/09/2018
Il cervello emotivo si sviluppa prima di quello cognitivo, ciò significa che le sensazioni e le paure apprese e memorizzate nel cervello emotivo, durante il primo periodo della nostra esistenza, anche se non possono essere ricordate, persistono nel tempo in modo inconsapevole. Tuttavia, il successivo sviluppo delle funzioni corticali può inibire o condizionare la loro manifestazione. Inoltre i pensieri, i comportamenti e le aspettative, sono fortemente condizionati dalle persone emotivamente importanti, con cui il bambino si relaziona. Queste persone costituiscono un modello su cui il bambino costruisce il suo mondo interiore.
Non vi è alcun dubbio che la persona emotivamente più importante per un bambino, specie nel primo periodo della sua esistenza è la mamma, seguita dal papà, anche se in generale è il nucleo familiare nel suo insieme, che determina il suo modo di essere.
Con la pubertà inizia per l’individuo, un nuovo percorso, che consiste nella progressiva acquisizione della propria individualità, che modifica il suo indirizzo emotivo e il senso delle sue relazioni. Con la maggiore età, il bambino ormai si è completamente realizzato, sia da un punto di vista fisico che intellettuale.
Durante questo lungo percorso, la parte razionale e quella emotiva del cervello, anche se hanno collaborato nel formare la coscienza del Sé, ognuna ha memorizzato in modo autonomo, le informazioni che ha ritenuto importante. Nella memoria emotiva, vengono memorizzate tutte quelle procedure che sono istintivamente attivate dall’individuo, a cui spesso, la parte razionale della mente non riesce a dare un significato comprensibile, per cui l’evento viene catalogato dall’individuo come misterioso o magico. Tuttavia è importante comprendere che, qualsiasi episodio della nostra esistenza, se vissuto in modo non traumatico, non genera conflitti o turbamenti che durano nel tempo.
Credere in un puro e astratto sentimento, fatto di totale donazione è un convincimento da sciocchi e irresponsabili. Un individuo si innamora se il partner scelto è in grado di essere ciò che l’altro desidera, se gli consente di liberare le sue emozioni e di rappresentare il suo personaggio, diversamente il rapporto non ha ragione di esistere. Infatti le esperienze vissute nel passato all’interno della famiglia e la loro interpretazione emotiva, inducono l’individuo a scrivere un copione teatrale, che sarà usato dai protagonisti durante la relazione sentimentale. Se i due attori sulla scena non riescono a rappresentare la parte che è avevano inconsapevolmente scritta nel passato, non riescono ad inserirsi nella sceneggiatura che li circonda, per cui lo spettacolo fallisce e la relazione miseramente termina.
Il copione descrive come ci comporteremo, ma non fornisce indicazioni sugli eventi esterni e sull’emozioni che condizionano la rappresentazione. In generale, in entrambi i sessi, il primo requisito per innamorarsi è la simpatia, seguito dal soddisfacimento di un temporaneo bisogno, fisico, emotivo o sentimentale. Simpatia e bisogno possono trasformarsi in sentimento o in convenienza a stare insieme, diversamente il rapporto termina.
Perché ci innamoriamo solo di alcune persone?
L’individuo si innamora solo quando incontra una persona che gli consente di rappresentare il ruolo esistenziale che aveva avuto o immaginato durante l’infanzia. Il riconoscimento avviene sotto la spinta inconsapevole, nell’istante in cui, per una vaga somiglianza fisica o emotiva, non individuabile a livello cosciente, l’individuo riconosce quel personaggio che è stato nel passato emotivamente importante per lui. Il fine è di ricreare le situazioni in grado di cullare gli ancestrali bisogni emotivi. A volte questa scoperta è strettamente connessa ad eventi significativi, anche se a livello cosciente l’individuo non riesce a percepire le connessioni.
In generale, gli obiettivi relativi allo sviluppo psicologico e affettivo dell’individuo, sono di cercare di scoprire i significati emotivi degli episodi vissuti durante l’infanzia, al fine di poter colmare le carenze affettive percepite. Questo processo può realizzarsi solo attraverso le relazioni, in quanto ci aiutano a perseguire gli obiettivi mediante i quali possiamo giungere a definire noi stessi. Tuttavia, la maggior parte delle persone tende ad attribuire poca importanza al suo passato, in quanto considera l’infanzia e l’età adulta due mondi totalmente separati, due fasi ben distinte nella determinazione dell’Io, intesa come costruzione del sé, mentre nella realtà sono un unico ed ininterrotto periodo, in cui il presente è indissolubilmente legato alla storia passata, in quanto tutti ci portiamo dentro la nostra infanzia sotto forma di modelli emotivi appresi, che costituiscono la forma entro cui si modella la nostra esistenza di adulti.
Ciò significa che l’infanzia condiziona le relazioni da adulti e che le scelte sono un tentativo di comprendere e risolvere, attraverso la relazione sentimentale, ciò che abbiamo percepito a livello emotivo durante l’infanzia, al fine di identificare ed esprimere i sentimenti sepolti dal tempo. Spesso, inconsapevolmente scegliamo quel partner che crediamo ci aiuterà a rivivere le emozioni e i sentimenti associati alla nostra infanzia. Ciò accade perché si arriva all’età adulta, quasi totalmente disinformati sui comportamenti e sulle circostanze che hanno influito sulla formazione della nostra personalità, per cui cerchiamo di progettare la nostra esistenza sia su una realtà cosciente, sia e soprattutto su motivazioni inconsce, al fine di ricreare ciò che emotivamente è stato già vissuto in un passato remoto. Ciò significa che inconsapevolmente cerchiamo di recuperare le dinamiche emotive che hanno caratterizzato i nostri rapporti con i genitori, per rappresentarli, nelle relazioni con il partner, sotto forma teatrale, mediante il quale cerchiamo di rivivere il film della nostra infanzia.
Nel riprodurre il film della propria infanzia, le dinamiche relazionali non seguono la divisione dei sessi, per cui può accadere che una donna potrebbe scegliere un uomo che ha atteggiamenti simili a quelli di sua madre. L’individuo riproduce il film della sua infanzia fino a quando non ne diventa consapevole. Solo dopo aver acquisito questa consapevolezza, può iniziare a vivere, nel momento presente, con la sua vera identità. Nel riconoscere gli stati emotivi della propria infanzia diventa possibile identificare ed esprimere quei sentimenti che sono stati rimossi al fine di evitare l’infantile disagio. Fino a quando non si raggiunge questa consapevolezza, l’individuo non completa il suo sviluppo emotivo, per cui non è in grado di comprendere i suoi comportamenti e quindi inconsapevolmente continua a ripetere il medesimo schema relazionale inadeguato. Ad esempio, il desiderio esagerato di essere coccolato, adorato e viziato potrebbe essere richiesto dalla persona per colmare un’antica carenza affettiva e quindi vivere nel momento presente, quella dipendenza emotiva che gli era mancata quando era bambino. Nell’istante in cui comprende che sta tentando di rappresentare un ruolo della propria infanzia, potrebbe comprendere che per un adulto essere amato significa anche di essere in grado di accettare le critiche che gli vengono rivolte.
Ai bisogni emotivi vi è sempre associata una variabile biologica. Ad esempio, gli individui che producono grandi quantità di Ossitocina e Vasopressina, sono in grado di creare legami più stabili e duraturi. Alcune persone avvertono di più l'impulso sessuale rispetto ad altri che sono maggiormente condizionati dai fattori emotivi. Oltre ai bisogni emotivi, anche il sesso può innescare l’Amore Romantico. Per esempio, può accadere che il fare l’amore con una persona da sempre considerata amica, può procurare una forte eccitazione sessuale, con un’alta produzione di Testosterone e quindi di Dopamina, che improvvisamente modificano la percezione dell’altro e ci si ritrova, senza volerlo, follemente innamorati. Anche l’appagamento indotto dall’orgasmo, aumenta il livello di Ossitocina nella donna e della Vasopressina nell’uomo, il cui effetto è di contribuire a favorire l’attaccamento e a potenziare l’innamoramento.
Un ulteriore importante elemento è determinato dalla plasticità neuronale, cioè dalla possibilità del cervello di rimodellarsi continuamente in base ai pensieri. Infatti, sono i pensieri che alterano la chimica della mente, che a sua volta modifica il nostro modo di pensare e di agire e che determina quindi il nostro temperamento e carattere. Ad esempio, un genitore che sorride ai figli, specie quando sono piccoli, induce il bambino ad imitarli. Il movimento dei muscoli della faccia, influiscono sui nervi che sollecitano la produzione di quei neurotrasmettitori che diffondono la sensazione di benessere. Per questo motivo, il sorriso induce l’ottimismo, premessa quasi indispensabile per poter acquisire quella positività in grado di traghettare l’esistenza verso la serenità, anche perché l’ottimismo tende ad indirizzare la scelta del partner verso quelle persone che sono in grado di esprimere prevalentemente pensieri positivi, ciò si traduce in un aumento delle possibilità di costruire una relazione a lungo termine serena, in quanto i problemi sono, dagli ottimisti considerati transitori e circoscritti, mentre i pessimisti tendono a ritenerli permanenti, per cui condizionano in negativo anche la relazione sentimentale.
Spesso ci innamoriamo di quelle persone che inconsapevolmente ci consentono di assumere lo stesso ruolo che avevamo durante l’infanzia. Questo condizionamento inconscio perdura fino quando non riusciamo a scoprire i diversi parallelismi fra l’infanzia e la vita attuale. Attraverso il riconoscimento di questi meccanismi psichici è possibile individuare e comprendere i diversi conflitti che spesso sono la causa, nelle relazioni sentimentali, dell’interruzione della comunicazione.
Le carenze emotive da adulti sono spesso causate, dall’aver assorbito da bambini, la colpa delle crisi relazionali dei genitori.
Un modo relativamente semplice per cercare capire, è di individuare i parallelismi fra la relazione con il partner, le esperienze emotive vissute durante la propria l’infanzia, le eventuali somiglianze fisiche, emotive e di comportamento del partner e quella dei propri genitori. Inoltre, per avere un’approssimativa indicazione di come il vostro futuro partner interpreterà il suo ruolo, è opportuno osservare con attenzione la relazione dei suoi genitori, con quale dei due, il vostro futuro partner si identifica maggiormente, con quale si relazione più facilmente e quale atteggiamento ha nei confronti dei suoi genitori. Dall’interpretazione di questi dati è possibile ricavare all’80%, come si evolverà la vostra relazione.