Il Circuito Neuronale dell’Amore
di Antonio Sammartino
16/01/2020
Il circuito neuronale dell’amore è essenzialmente costituito da quattro piccole aree del cervello: Area Ventrale Tegmentale, Nucleo Accumbens, Pallidum Ventrale e Rafe del Nucleo.
Negli innamorati si accende prima l’Area Ventrale Tegmentale, costituita da cellule che producono Dopamina, che scatena una serie di reazioni nelle altre tre aree. La Dopamina, induce sensazioni di soddisfazione, piacere, euforia e una maggiore energia e motivazione a raggiungere un obiettivo. Quest’ormone agisce anche sul Sistema Nervoso Simpatico, che a sua volta comanda l’accelerazione del battito cardiaco e l’innalzamento della pressione sanguigna.
L’attivazione dell’Area Ventrale Tegmentale è indipendente dal tempo in essere della relazione. Infatti, nelle coppie sposate da oltre 20 anni, sono maggiormente attive l’Area Ventrale Tegmentale e il Rafe del Nucleo, responsabili rispettivamente del senso di attaccamento, della produzione di ormoni in grado di ridurre lo stress e della Serotonina, il neurotrasmettitore che genera calma, tranquillità, induce una visione ottimistica e positiva della vita, prevenendo l’insorgere della depressione.
Una relazione sentimentale contempla anche delusioni e sofferenze, in questo caso si ha un’accentuata iperattività nell’area del Nucleo Accumbens, questa piccola zona del cervello svolge un ruolo di fondamentale importanza nella generazione dei meccanismi di dipendenza dalle droghe, poiché stimola il Nucleo Accumbens a liberare Dopamina, che genera quell’irrefrenabile bisogno, che rende l’individuo tossicodipendente… dell’amore.
Nel cervello esiste anche un’area responsabile delle sensazioni piacevoli, che l’individuo percepisce quando vede, ascolta e ritiene di fare cose interessanti. In particolare, i neurotrasmettitori che agiscono tra l’Area Tegmentale Ventrale e il Nucleo Accumbens, creano un’area denominata Circuito del Piacere. Questo circuito si attiva, per esempio, quando si ascolta la musica preferita, se si ammira qualcosa di bello, se si guarda il proprio partner di cui si è innamorato o se si ha un rapporto erotico-sentimentale, ecc. Sembra che un’intensa attivazione, agisca su alcuni recettori GABA-A espressi dai neuroni GABAergici dell’Area Tegmentale Ventrale.
Nelle manifestazioni fisiologiche associate alle emozioni, un ruolo fondamentale, nella regolazione degli affetti, viene svolto dall’Amigdala, dall’Ippocampo e da diverse altre aree del Sistema Limbico. Questa struttura neuronale costituisce un punto di confluenza per quasi tutti i sistemi neuronali che liberano i messaggeri chimici (neurotrasmettitori) responsabili della modulazione degli affetti.
La stimolazione di queste aree può suscitare ansia, rabbia, eccitazione sessuale, gioia, ecc. Nelle donne si attivano prevalentemente le aree che scatenano emozioni, desideri e attenzione, mentre negli uomini generalmente si attivano le aree che elaborano le immagini visive e quelle associate all’immaginazione e al desiderio sessuale, in grado di accrescere l’eccitazione. I principali neurotrasmettitori responsabili di questo stato emotivo sono la Noradrenalina che controlla le risposte comportamentali, la Serotonina che regola gli stati d’animo responsabili degli stati depressivi, la Dopamina che modula gli stati di ansia e infine le Endorfine che regolano gli stati emotivi di gioia e piacere. Nelle relazioni sentimentali un ruolo importante è svolto anche dalla componente psicologica che determina la consapevolezza dei processi emotivi.
Da un punto di vista neurobiologico, anche se la Corteccia Cerebrale svolge un ruolo fondamentale nel riconoscere i tratti del volto di una persona, è il sistema emozionale e in particolar modo l’Amigdala, che gli associa i valori emotivi di simpatia, affetto, ecc., che costituiscono quelle istanze inconsapevoli che determinano la gratificazione, il piacere, la soddisfazione, che svolgono un ruolo fondamentale nel determinare i comportamenti dell’agire umano.
Il ricordo emotivo può anche essere completamente svincolato da quello cognitivo, perché il sistema emozionale può agire in modo indipendente dalla Corteccia Cerebrale. Inoltre, l’interpretazione emotiva degli eventi spesso precede la risposta razionale. Ciò consente di comprendere perché diverse volte, la percezione impedisce di interpretare razionalmente gli eventi e i sentimenti.
Durante la fase dell'innamoramento, l'Amigdala svolgere un ruolo decisivo. Infatti, in risposta agli stimoli in ingresso, attiva nel sistema nervoso, una serie di azioni prima che possa intervenire la corteccia. I principali neurotrasmettitori coinvolti sono la Noradrenalina, la Dopamina, gli Oppioidi e la Feniletilamina, mentre la polarizzazione dei pensieri e degli interessi sull'amato è di tipo Ossessivo-Compulsivo. Ciò determina uno stato di dipendenza che si normalizza dopo circa 12-18 mesi, per effetto dell’aumento della Vasopressina e dell’Ossitocina, segnalando così la fine della prima fase dell’innamoramento e l’inizio di un legame in cui prevale un attaccamento di tipo affettivo.
Quando s’incontra una persona, la sua immagine, attraverso il sistema visivo giunge alla corteccia prefrontale e memorizzata nella “Memoria di Lavoro”, in cui avviene l’elaborazione cosciente. Il medesimo impulso raggiunge anche il sistema della Memoria Dichiarativa (o Esplicita), situato nel Lobo Temporale che attiva i ricordi associati a quella persona. Il sistema della Memoria di Lavoro estrae i ricordi rilevanti e li integra con l’immagine della persona che si ha di fronte. Contemporaneamente si attivano anche le aree subcorticali coinvolte nell’attaccamento che, in un certo senso, alterano il funzionamento della Memoria di Lavoro. Innanzitutto si creano una serie di connessioni dirette tra le aree dell’attaccamento e la corteccia prefrontale, inoltre si eccitano i sistemi attivanti del Tronco Encefalico che contribuiscono, attraverso la memoria di lavoro, a focalizzare l’attenzione su quella persona. A seguito di ciò, si attivano le risposte corporee, condizionate dai circuiti dell’attaccamento. Per esempio cerchiamo di avvicinarci alla persona piuttosto che evitarla, adottiamo un comportamento aperto e ricettivo, piuttosto che un atteggiamento di cautela, ecc.
La capacità di prendere decisioni nelle situazioni a forte carico emotivo può essere compromessa dalle esperienze che causano un’alterazione nelle connessioni sinaptiche prefrontale, in quanto la Corteccia Prefrontale Mediana svolge l’importante funzione di interfaccia tra il sistema cognitivo e quello emotivo. In altri termini, l’elaborazione cognitiva, nella Corteccia Prefrontale, regola l’elaborazione emotiva nell’Amigdala che a sua volta può influenzare l’attività decisionale e diverse altre funzioni cognitive della Corteccia Prefrontale.
Ciò accade in quanto la Corteccia Prefrontale e l’Amigdala sono costantemente interconnessi tra di loro, ma affinché l’Amigdala risponda alle sollecitazioni, occorre che la regione prefrontale non sia attiva. Se invece è attiva, l’Amigdala entra in uno stato di inibizione. Nel primo caso prevalgono le emozioni, nel secondo caso la razionalità. Tuttavia se l’Amigdala, per effetto di emozioni esplosive, riesce a sfuggire al controllo della Corteccia Prefrontale (Ventrale e Mediana) diventa quasi impossibile poter controllare il sistema emotivo. Ciò significa che per controllare le emozioni, specie quelle distruttive, la persona deve cercare di potenziare le attività dell’area prefrontale, in modo da evitare l’arroganza dell’Amigdala, che induce la persona a esprimersi in modo irrazionale.
L’amigdala svolge quindi un ruolo decisivo nel potenziare gli effetti della memoria. Infatti, le informazioni apprese in un contesto fortemente emotivo, si ricordano meglio rispetto a quelle relative ad un contesto neutro.