Educazione Sentimentale
di Antonio Sammartino
04/01/2020
Paradossalmente, l’errore che generalmente si commette, è di scegliere come partner la persona di cui si è innamorati.
L’individuo ha smarrito la gioia delle cose durevoli, tra cui anche l’Amarsi per restare insieme tutta una vita, per cui dopo l’entusiasmo iniziale, attenua le attenzioni e la seduzione, nell’illusione che ormai le basi della relazione siano solide e che tutto continuerà a funzionare, dimenticando che l’amore è come un fiore, ha bisogno di cure continue.
Diverse persone non si innamorano dell’altro, ma dell’immagine idealizzata costruita sulla base delle proprie proiezioni e desideri. La scelta è anche fortemente condizionata dall’interferenza della propria storia di attaccamento, dal livello di intimità che si è in grado di esprimere, dall’importanza nel riconoscere e regolare le proprie emozioni, nello stabilire un confine all’interno della coppia tra fusione e differenziazione, al fine di imparare a gestire la propria reattività e i trigger propri e del partner, di evitare di attribuire la responsabilità all’altro e di apprendere a trasformare i giudizi in bisogni e i bisogni in richieste. Di fondamentale importanza è anche la capacità a saper comunicare all’interno della relazione, nell’usare le parole in modo da non ferire l’altro. Ciò significa che la relazione di coppia dovrebbe essere una naturale relazione terapeutica, al fine di consentire l’espressione delle relazioni oggettuali irrisolte della propria infanzia e di trovare un contenitore per i nuclei non risolti.
Una fondamentale differenza tra l’attaccamento infantile e quello adulto è la RECIPROCITA’. Infatti, mentre nei bambini l’attaccamento è asimmetrico, cioè il bambino deve ricevere protezione, ma non deve fornirla, negli adulti le relazioni di attaccamento dovrebbero basarsi prevalentemente sulla reciproca protezione, al fine di poter favorire lo sviluppo dell’intimità. L’avvicinarsi all’altro è possibile solo se la persona percepisce un senso di sicurezza, mentre se viene ferita, tende a proteggersi, fuggendo dalla relazione.
Se la persona da bambino ha esperito un attaccamento sicuro (o sicuro guadagnato), significa che ha interiorizzato la capacità di regolazione emotiva dai suoi genitori e quindi è in grado di riflettere sulle sue relazioni, emozioni e stati interiori. Inoltre è in grado di autoregolarsi, di ricevere conforto dal suo partner, di rispondere in modo adeguato allo stress, è consapevole dei suoi trigger e non ha difficoltà a chiedere aiuto per gestirli. Ciò significa che è in grado di ascoltare il partner in modo empatico e di tollerare che abbia esperienze ed emozioni diverse dalle sue.
In generale, l’individuo compie le sue scelte sentimentali in base a ciò che conta nell’immediato e non in quello che è importante nel lungo periodo. Non considera che nel tempo la relazione si modifica, per cui è fondamentale che in una coppia vi sia la disponibilità a cambiare in funzione dell’altro, ad accettare i suoi difetti e a condividere i suoi valori. Diversamente si attenua la capacità di comunicare e di ascoltare.
Il matrimonio è un progetto per l’esistenza che dovrebbe basarsi sulla condivisione di valori, piuttosto che sulle passioni che nascono dai bisogni, che inevitabilmente sono destinati a modificarsi e ad attenuarsi nel tempo. Ciò non significa rinuncia ai sentimenti o alle passioni, che sono necessariamente un collante emotivo.
Se oggi falliscono il 70% dei matrimoni, creando seri problemi anche nelle relazioni con i figli, significa che l’attuale modello non è più adeguato ai tempi.
L’individuo ha un forte bisogno di vivere sensazioni, che solo le emozioni, i sentimenti, l’affetto e la sessualità, sono in grado di produrre, ingredienti che la ragione non potrà mai fornire. Tuttavia, l’idea dell’innamoramento guidato da forti e incontenibili pulsioni è socialmente in declino. Occorre quindi riflettere sulla validità dei modelli attuali, che sono influenzati da un nuovo senso della solitudine, da una crescente incapacità dell’individuo a costruire relazioni e da una forma impersonale del comunicare, che si basa prevalentemente su un contatto mediato e non diretto. Ciò comporta un aumentato del rischio d’incomprensione e d’isolamento, che nel tempo diventano intollerabili e spingono l’individuo a cercare di colmare il vuoto interiore, piuttosto che individuare elementi di condivisione e di affetto.
Occorre apprendere a vivere le emozioni in modo diverso, cioè a saperle modulare con una ragionevole dose di razionalità e riflessione, diversamente è alto il rischio che i sentimenti possano travolgere l’individuo, rendendolo schiavo di passioni distruttive.
Lo studio del cervello e l’individuazione delle diverse aree che sono coinvolte durante le fasi dell’innamoramento e del periodo successivo, consentono di dare un’interpretazione diversa dei comportamenti adottati durante l’evolversi di una relazione sentimentale.
Innanzitutto è importante distinguere tra il termine Sessualità, che occorre riferire agli aspetti psicologici, sociali e culturali del comportamento e il termine di Attività-Sessuale, riferito prevalentemente alle tecniche, alle pratiche sessuali e al piacere che ne deriva dall’esercitare tale pratica.
Da un punto di vista biologico la sessualità è finalizzata al rapporto sessuale, mentre a livello psicologico è legata al piacere rappresentato dall’orgasmo e dal punto di vista affettivo è connesso con la condivisione, l’intimità emotiva e relazionale.
Studi recenti hanno rilevato quanto sia importante la sessualità per la costruzione dell’identità personale e dello sviluppo in senso sociale ed evolutivo dell’individuo. La sessualità non è l’espressione di comportamenti istintivi, come nel caso degli animali, ma contribuisce a determinare la personalità, per cui condiziona i comportamenti, influenza le relazioni sociali, culturali ed educative. Attraverso la sessualità, l’individuo esprime le sue emozioni, condiziona in modo importante la sua capacità a costruire una solida ed efficace relazione affettiva, sentimentale.
Perché l’attività sessuale si esprime attraverso forme che variano tra una dimensione erotica sentimentale e la perversione?
La risposta è che il Piacere Sessuale è una dimensione personale, determinata dalle esperienze vissute e dai condizionamenti educativi e sociali cui è stato sottoposto. Tuttavia, il Piacere Sessuale, è anche un’esperienza fisiologica, per cui è importante, per comprenderne la sua vera essenza, considerare le attività neuro-psicofisiologiche che generano quel piacere, percepito come sessuale, la cui qualità non dipende da recettori periferici specifici, simili a quelli delle altre sensazioni, ma da come vengono elaborate dal sistema nervoso centrale a livello corticale, nella globalità dell’esperienza interiore e sensoriale dell’individuo.
Quanto detto consente di comprendere la variabilità individuale della sessualità, che è esperienza prevalentemente psichica. Anche se la genetica determina la struttura fisica, il funzionamento dipende dalle esperienze che modellano l’individuo, in cui la sessualità rappresenta una particolare dimensione della mente, che è individuale.
Ciò spiega anche il differente immaginario erotico degli individui e le memorie a esso associato che inevitabilmente condizionano l’innamoramento, l’attrazione sessuale, l’eccitazione e quindi la qualità del piacere che ne deriva.
La sessualità umana coinvolge diverse zone neuronali che elaborano le emozioni, cui seguono manifestazioni somatiche che si evidenziano soprattutto a livello genitali. La sessualità è un’emozione, mentre la sua espressione è l’aspetto somatico dell’attività emotiva del cervello, che comanda gli organi sessuali, al fine di realizzare il coito. L’eccitazione improvvisa e spesso apparentemente immotivata è dovuta all’attivazione di memorie implicite (o inconsce) sollecitate da eventi subliminali, il cui potenziale è di generare un’attrazione che a livello cosciente si manifesta sotto forma di desiderio o di eccitazione con gli associati effetti somatici. Il desiderio sessuale trae origine dalle situazioni di attaccamento sperimentate durante i primi anni di vita (con ciò non s’intende la sessualità infantile ipotizzata da Freud). Se le memorie implicite riattivate esprimono una realtà affettiva che è stata percepita come protettiva e amorevole, la fase post-coito produce uno stato che rassicura e la tranquillità affettiva che ne deriva, si traduce in benevola soddisfazione del bisogno.
La sessualità e le associate manifestazioni somatiche non sono eventi biologici degli organi genitali che rispondono a determinati stimoli. Non è un istinto come nel caso degli animali.
Generalmente l’individuo costruisce le sue relazioni in base al sesso, ed è accolto nella società in base alla sua appartenenza biologica in una dei due sessi. Durante la crescita costruisce la sua identità sessuale sulla base dei rapporti con l’ambiente culturale in cui è inserito. È condizionato da fattori genetici ed educativi, tuttavia i comportamenti e l’identità sessuale sono condizionata dalla sua identità di genere, che determina il modo in cui esprime la sua sessualità, che influenza il suo modo di essere.
Le differenze fisiche tra maschi e femmine, sono biologicamente determinate, mentre la mascolinità e la femminilità, anche se costruite a livello biologico, sono fortemente influenzate dall’ambiente sociale. Con il termine sesso, invece ci si riferisce a caratteristiche biologiche che riguardano i cromosomi, le gonadi, gli ormoni, mentre con il termine genere ci si riferisce alle caratteristiche come la femminilità, la mascolinità, che riflettono i processi di socializzazione e di sviluppo psicologico.
All’inizio tutti i bambini s’identificano con la madre, mentre i maschi durante lo sviluppo si differenziano da essa, perché spinti da influenze biologiche a formare una identità maschile, caratterizzata da una maggiore autonomia e individualità. Le femmine, nella formazione del proprio Sé, restano più strettamente connesse a quelle della madre, per cui ne assumono maggiormente le inclinazioni. Questi primi orientamenti di genere sono in parte rafforzati socialmente e consolidati dalla capacità dei genitori a saper sollecitare un’autonomia emotiva, nello sviluppo della dimensione psichica dei loro figli.
Ciò significa che dall’analisi del temperamento e del carattere della madre, dal modello familiare che esprime, è possibile acquisire utili elementi per predire come la figlia svilupperà il suo percorso futuro e quindi individuare quegli elementi che possono fornire un’indicazione sul ruolo che assumerà e sulla sua capacità a esprimere il sentimento di amore.
La passione e l’innamoramento possono durare una vita solo se l’individuo è in grado, di trasformali in affetto e condivisione emotiva e di esprimere una intimità priva di giudizi e pregiudizi. Deve essere in grado di moderare le inevitabili frustrazioni che crea il vivere comune. Quando si è innamorati, la razionalità si spegne e impedisce all’innamorato di individuare gli aspetti della personalità che nel tempo inevitabilmente travolgeranno, il vivere quotidiano della coppia.
Nell’individuo, specialmente nel periodo adolescenziale spesso prevale la ricerca di sensazioni forti, perché quelle strettamente connesse con le esperienze quotidiane, appaiono noiose e non in grado di suscitare sufficienti livelli di gratificazione, attenzione e interessi. Prevale la noia e un senso di vuoto, perché l’individuo non è più in grado di provare interesse e piacere nelle sue quotidiane attività. Questo disagio psichico, può spingerlo verso la ricerca di nuovi e più intensi stimoli, spesso trasgressivi, ma comunque a forte impatto emozionale.
Questa tendenza alla ricerca di sensazioni forti, sembra essere legata all’attività di enzimi neuro-regolatori del sistema limbico (Monoammine) e alcuni neurotrasmettitori (quali ad esempio la Dopamina e la Norepinefrina), che sono sollecitati da un bisogno strettamente correlato alla personalità dell’individuo che è connessa a particolari esperienze comportamentali.
Infatti, alcune dimensioni che si riferiscono al temperamento, quali ad esempio la ricerca della novità, l’evitamento del pericolo perché fonte di ansia e paura, dipendenza dal premio e persistenza, rispecchiano principalmente influenze genetiche, la cui regolazione coinvolge i seguenti sistemi neuronali:
Attivazione comportamentale, sollecitato dalla Dopamina;
Inibizione comportamentale, sollecitato dalla Serotonina;
Mantenimento comportamentale, sollecitato dalla Noradrenalina.
Le dimensioni che si riferiscono al carattere sono:
Autodirezione, è capacità di guidare sé stesso;
Cooperatività, è capacità a essere di supporto per gli altri;
Autotrascendenza, è capacità di liberare sé stessi, dai limiti della propria personalità.
Tutte sono strettamente legate al concetto del Sé, che risente del livello di accudimento ricevuto dai propri genitori, durante il periodo critico di sviluppo della personalità (specialmente da 0 a 6 anni) e successivamente dalle esperienze sociali dall’individuo.
Questi fondamentali elementi determinano la qualità d’amore che un individuo sarà in grado di esprimere, che è indipendente, anche se condizionata, dal partner scelto.
È possibile amare qualcuno, anche se non si va d’accordo?
Io credo di sì, perché le relazioni libere da conflitti esistono solo nelle fiabe. Ciò che è importante non è cercare di andare d’accordo, ma apprendere a gestire le situazioni conflittuali, in modo da evitare che il rapporto si smarrisca, specialmente quando ci si lascia dominare dall’intensità malevola delle emozioni negative. Spesso, la cattiva gestione dei conflitti, nasce dall’incapacità a saper sviluppare, in modo semplice, un dialogo. Occorre innanzitutto apprendere a parlare, ma soprattutto a saper ascoltare, specialmente quando i conflitti tendono a esplodere, ciò significa che occorre rinunciare a convincere l’altra persona a cambiare i comportamenti, il suo parere e modo di pensare. Se non si riesce a realizzare quest’atteggiamento, significa che non si è in grado di essere d’accordo in modo costruttivo, che si ha scarsa capacità comunicativa e quindi difficoltà a costruire un rapporto sentimentale, basato sulla condivisione e sull’armonia.
Quante volte accade di pensare: ci amiamo molto, ma entrambi cerchiamo cose molte diverse nella nostra relazione e si combatte quotidianamente su tutto, quindi difficilmente riusciremo ad identificarci nell’altro, perché ci si sente incompresi nell’essere trattati in quel modo.
È molto difficile cambiare i modelli di comportamento, se non si è innanzitutto motivati a cambiare sé stessi. Spesso, una prima importante iniziativa è rivelare all’altro che vi sono problemi nella relazione, con atteggiamenti moderati in grado di rasserenare, in modo da stimolare riflessioni e conversazioni, al fine di decidere insieme cosa fare, per cercare di modificare quel minimo che può consentire di rendere la relazione più gradevole. Ciò consente di comprendere se entrambi si è sulla stessa lunghezza d’onda (anche se non si è d’accordo) se si desidera che il rapporto continui, in modo che anche una eventuale rottura possa essere gestita in modo non conflittuale.
Tu mi piaci molto, ma desidererei che tu fossi diverso.
Se vi è l’interesse comune a continuare, la prima abilità che occorre sviluppare è la capacità di ascolto, in modo da essere entrambi in grado di descrivere ciò che è importante nel rapporto, quali sono i valori irrinunciabili, piuttosto che concentrarsi sui propri sentimenti, perché è importante innanzitutto comprendere ciò che l’altro pensa e sente. Quest’atteggiamento contribuisce anche a entrare in sintonia emotiva con l’altro e a comprendere ciò che ragionevolmente si desidera dal rapporto, per cui diventa più semplice discutere su come cambiare.
Dall’amore emotivo a quello razionale
Il conflitto in una relazione, non è sempre qualcosa di negativo, se si è in grado di affrontarlo con serenità, se si è capaci di conciliare le differenze da un punto di vista neutrale. È importante esprimere i propri sentimenti, ma è anche indispensabile concedere spazio alla razionalità, in modo da essere in grado di saper ascoltare l’altro, evitando le frustrazioni emotive che contribuiscono a logorare la relazione. Occorre essere chiari su ciò che si desidera ed essere disponibili al compromesso. È importante evitare le accuse e assalire il partner, con un’interminabile lista di denunce. È ragionevole cercare di affrontare un solo argomento per volta, concentrandosi su ciò che occorre da fare a breve, prendersi il tempo e lo spazio necessario, al fine di essere sicuri di scegliere la soluzione più adatta alle proprie irrinunciabili necessità e nello stesso tempo pensare alla gestione delle priorità, per meglio programmare il proprio futuro sentimentale, al fine di poter costruire un solido rapporto, indipendentemente dal partner che si sceglie.
Quanti problemi con il mio partner. Sono infelice da molto tempo, nulla sembra funzionare tra noi, come una volta. Non fa nulla, non si è neppure ricordato del nostro anniversario, non un abbraccio, un bacio, anche il sesso non esiste più, anzi ora che ci penso, non è stato quasi mai eccezionale. Non so cosa fare.
Che cosa è accaduto? Spesso la mente si lascia imprigionare dai pensieri, trasformandoli in credenze. Entrambi, rinchiusi nella dimora delle loro emozioni, hanno vissuto una visione individuale dei bisogni, prigionieri del loro passato emotivo, che li ha resi incapaci di costruire insieme una realtà, in grado di proiettarli nel futuro. Certo essere infelici è un problema, ma alti e bassi di una relazione sono ingredienti naturali e indispensabili, specialmente nelle relazioni a lungo termine, perché contribuiscono a modulare flash di felicità, ma occorre saperli coltivare in un’oasi di serenità, costruita su un alto senso dell’intimità, indispensabile per concretizzare una sessualità sentimentale, in grado di trasformare il bisogno fisico, da semplice piacere sessuale, in un gesto d’amore, che indissolubilmente lega e favorisce, la voglia di condivisione.
Perché, dopo una LUNA DI MIELE iniziale, una relazione naufraga?
All’inizio di un rapporto, l’attrazione, la condivisione di esigenze e la compatibilità nel modo di essere, costituiscono ciò che unisce due persone e li motiva a creare una relazione. Tuttavia in molte coppie, quest’attrazione iniziale paradossalmente nel tempo, diventa ciò che li allontana e li spinge a terminare la relazione oppure a complicarla. Ciò significa che l’attrazione, la compatibilità caratteriale e la condivisione non sono nel tempo gli elementi che garantiscono la riuscita di una relazione.
Perché, dopo un’intesa iniziale, la coppia incontra grosse difficoltà nel comunicare e nello stare insieme?
Probabilmente le due persone hanno esperienze di attaccamento discordante, che hanno determinato una diversità nei loro sistemi di valutazione e di comunicazione, per cui paradossalmente ciò che all’inizio li ha uniti, è ciò che in seguito li separa. Il tipo di attaccamento fornito dai genitori determina nei bambini schemi mentali o Modelli di sé stessi e delle persone che si prendono cura di loro (cioè degli altri).
Un modello (Sicuro, Evitante o Disorganizzato), dopo essere stato appreso, determina i meccanismi cognitivi dell’attenzione, della percezione e della memoria, per cui il cervello elabora e interpreta il senso della realtà in modo da confermarli. In altri termini, la nostra mente tende a confermare le nostre attese e a ignorare ciò che non è conforme.
Ad esempio supponiamo che un uomo abbia sviluppato un attaccamento Evitante/Distanziante, mentre la donna quello Disorganizzato nei confronti del padre ed Evitante/Ambivalente verso la madre. In questo caso la donna, in un primo momento è stata attratta dall’atteggiamento di autonomia e indipendenza dell’uomo e la sua distanza emotiva la faceva sentire sicura e protetta (per il modello acquisito la distanza è un elemento di sicurezza), mentre l’uomo gradiva la sensibilità e la capacità della donna di esprimere sentimenti ed emozioni, capacità che lui non possedeva. Con il trascorrere del tempo, la donna, divenuta moglie, a causa dell’autonomia del marito inizia a percepire la solitudine e quindi a fare richieste di maggiore attenzione, mentre il marito inizia a interpretare le richieste e le risposte emotive della moglie, come attacchi alla sua personalità. In questo esempio emerge in modo chiaro che la capacità delle due persone di percepire le emozioni è Discordante. Ciò che durante la fase iniziale aveva attratto le due persone, erano le caratteristiche che il proprio modello di attaccamento aveva loro negato o offerto sicurezza, ma essendo disfunzionali e discordanti, nel tempo diventano fonte d’incomprensione.
Una persona che ha acquisito un modello dell’attaccamento Sicuro o Sicuro Guadagnato, non reagisce in modo da conformarsi alle attese dell’altro e quindi ad esempio, non reagirà con sarcasmo, ironia, rifiuto o altra risposta disorganizzata, ma sarà in grado di fornire un costante e soddisfacente conforto e supporto, che potrebbe anche indurre nell’altro un processo di cambiamento in positivo.
Sessualità e Attaccamento.
Negli ultimi anni è emerso la necessità di indagare la relazione che esiste tra la sessualità e l’attaccamento. Questa indagine ha consentito innanzitutto di definire negli individui tre differenti sistemi motivazionali che li guidano nella scelta del partner:
Sistema di Riproduzione;
Sistema di Attrazione (o amore romantico), caratterizzato da alti livelli di Dopamina e Norepinefrina, con bassi valori di Serotonina;
Sistema di Attaccamento, caratterizzato da un forte legame emotivo e da sentimenti di sicurezza e protezione, prevalentemente governato dai Neuropeptidi, dall’Ossitocina e dalla Vasopressina.
Il Sistema di Attrazione e quello di Attaccamento, anche se possono attivarsi in modo indipendenti, sono spesso in stretto legame fra loro. Secondo Eagle, l’attaccamento e la sessualità sono in una prima fase antagonisti (per la presenza di alti valori di Testosterone, che accentuano il desiderio sessuale ed attenuano l’attaccamento), solo successivamente il partner si trasforma in una figura di attaccamento, per effetto dell’aumento di produzione dell’Ossitocina e della contemporanea riduzione di Dopamina che ha governato la fase dell’innamoramento.
La sessualità è un’esperienza sia biologica che psicologica, in cui si fondono insieme sia gli aspetti di desiderio sessuale, sia gli elementi psichici che derivano dalle interiorizzazioni delle esperienze con il caregiver, esperienze che vengono con continuità ricreati attraverso l’attrazione sensuale. Ciò significa che il desiderio sessuale trae origine dalle situazioni di attaccamento sperimentate durante i primi anni di vita (con ciò non si intende la sessualità infantile ipotizzata da Freud); inoltre, se le memorie implicite riattivate esprimono una realtà affettiva che è stata percepita come protettiva ed amorevole, la fase post-coito produce uno stato che rassicura e la tranquillità affettiva che ne deriva si traduce in una benevola soddisfazione del bisogno.
La sessualità e le associate manifestazioni somatiche non costituiscono un puro evento biologico degli organi genitali che rispondono a determinati stimoli, per cui non è da considerare un istinto (ciò è valido per gli animali, non per l’uomo), in quanto i comportamenti sessuali causano emozioni.
Perché spesso gli individui si innamorano della persona sbagliata?
Per scoprire alcune delle motivazioni occorre partire da molto lontano. Un bambino ha bisogno di avere certezze, di essere il benvenuto in una coppia, di ricevere accudimento fisico, affettivo, emotivo, di trovare conforto se è triste e di ottenere rassicurazioni se è spaventato. Se questo non si verifica o se il bambino deve sopportare separazioni da uno o da entrambi i genitori e dalle sue secondarie figure di attaccamento oppure un genitore denigra costantemente il partner, è molto probabile che strutturi un attaccamento e un modello operativo interno, nel quale concepisce sé stesso come NON-meritevole di reali cure ed affetto e gli altri come indegni di fiducia perché ostili, indifferenti, intrusivi o negativamente imprevedibili.
I diversi motivi per i quali gli altri sono indegni di fiducia, vengono costruiti sul modello del comportamento delle principali figure di accudimento del bambino, cioè i genitori. Quindi gli altri (inclusi i candidati partner) sono ritenuti indegni di fiducia o perché ostili-indifferenti o perché intrusivi-imprevedibili o perché a loro volta troppo sofferenti o bisognosi di aiuto per essere affidabili. Poiché il bambino ha interiorizzato, a livello inconscio, di essere indegno di reale amore (perché se non ti ha amato un genitore, come può amarti un estraneo) oppure gli appaiono interessanti solo le persone che sono INCAPACE di amare (poiché coloro che amano sono persone che sbagliano nel valutarmi positivamente oppure che mi abusano o mi maltrattano), la scelta inevitabilmente si rivolge verso quelle persone non adeguate ai propri bisogni emotivi ed affettivi, per cui l’individuo si innamora sempre delle persone sbagliate o comunque rifiutanti o che promuovono la sofferenza, perché quello è il modello di amore che gli è stato trasmesso.
Alcune persone tradiscono per l’assenza di rapporti intimi soddisfacenti o per una mancata e lunga incompatibilità nel rapporto di coppia corrente, in quanto questa assenza determina una serie di emozioni negative, fortemente sgradevoli, divenute ormai permanenti, quali solitudine, tristezza, noia. Da questa assenza o incompatibilità deriva una serie di fantasie romantiche e/o sessuali che tendono a fornire una gratificazione immaginata dei desideri e predispongono all’innamoramento come soluzione dell’attuale condizione problematica. Con l’innamoramento queste fantasie vengono proiettate su una persona reale suscitando, verso di lei/lui un’intensa attrazione. Questa persona, per effetto del principio noto come Coazione a Ripetere, potrebbe essere paradossalmente uguale o peggiore dell'attuale partner. In quest'ultimo caso l’individuo potrebbe maturare la convinzione o Credenza che gli uomini (donne) sono tutti uguali, mentre nella realtà sono le sue scelte, condizionate dal modello dell'altro non adeguato ai suoi bisogni, che potrebbero aver determinato la Profezia che si Autoavvera. In altri termini, nel tentativo di prevenire un dato evento, la persona adotta inconsapevolmente comportamenti che causa ciò che temeva e si consola con la magia “La colpa è sempre degli altri”, ignorando che è stata lei a scegliere.
Una ricerca ha dimostrato che ambiente ed esperienze lasciano un'impronta genetica (una forma di eredità per cui alcuni geni sono condizionati da modificazioni avvenute in uno dei gameti parentali durante la gametogenesi) che non altera il DNA, ma possono influenzare il comportamento dei geni per diverse generazioni. Anche i cambiamenti epigenetici possono essere tramandati da padre a figlio, generazione dopo generazione. Infatti, senza modifica del DNA, i gruppi metile possono essere aggiunti o sottratti, causando cambiamenti che vengono ereditati in modo simile a quanto avviene dopo la mutazione di un gene.